Gli esperimenti dello yen digitale in Giappone sono iniziati. Avevamo già annunciato che i lavori erano in fase avanzata. E che i test sarebbero arrivati di lì a poco. La banca centrale dunque ha dato il via ufficiale alla sperimentazione di una propria criptovaluta digitale. In questo modo il governo nipponico si allinea agli altri Paesi e soprattutto alla Cina. Quest’ultimo infatti ha già emesso il suo yuan digitale. Ma il Giappone non sembra convinto al cento per cento.
Dove eravamo rimasti?
La notizie degli esperimenti dello yen digitale in Giappone era nell’aria. Infatti il governo aveva già annunciato l’iniziativa. Ma i lavori di una criptovaluta di Stato sono iniziati da molto tempo. Infatti è da novembre che un gruppo di società giapponesi lavora. Per progettare e fare test sullo yen digitale. Questa notizia era arrivata dopo le discussioni in merito alla valuta digitale nazionale. Infatti pare che sono 30 le aziende che si sono fatte avanti per sviluppare la moneta digitale privata. Che, secondo le prime indiscrezioni, funzionerebbe insieme al contante.
Perché la frenata?
Quando tutto sembrava andare benissimo è arrivata una brusca frenata. Infatti dopo l’entusiasmo dei lavori delle 30 aziende giapponesi, è arrivata la gelata. Poco dopo l’annuncio dei test nel 2021 sullo yen digitale l’ex direttore della Bank of Japan Hiromi Yamaoka ha messo un freno. Affermando che il paese avrà probabilmente bisogno di diversi anni. Per emettere uno CBDC in Giappone. L’uomo è anche il presidente del gruppo delle 30 banche. Ed è convinto che “non ha senso emettere una CBDC se non viene ampiamente utilizzata”. Ma le cose pare che stiano andando diversamente.
Il momento della svolta
Adesso per i nipponici sta per arrivare la svolta. La Banca centrale del Giappone ha ufficialmente iniziato a fare esperimenti sullo yen digitale. Analizzando la fattibilità di emettere una propria criptovaluta digitale. Unendosi in questo modo alle altre banche centrali che nei mesi scorsi hanno annunciato esperimenti simili. Lo ha fatto sapere lo stesso istituto centrale in una nota. Sottolineando l’intenzione dell’esecutivo. Il progetto inoltre è caratterizzato da delle fasi.
La prima fase
La prima fase degli esperimenti del progetto del Giappone sullo yen digitale si svolgerà fino a marzo 2022. In questo periodo i lavori si concentreranno sulla verifica delle funzioni di base del CBDC come strumento di pagamento. Parliamo di momenti come l’emissione, la distribuzione e il rimborso.
La seconda e terza fase
Dopo aver fatto tutte le verifiche del caso. La Banca del Giappone passerà poi alla fase 2 per testare funzioni più dettagliate dello yen digitale. Se necessario, la banca centrale passerà alla fase 3. In cui le imprese private e gli utenti finali parteciperanno a un programma pilota. Presumibilmente simile a quello della Cina.
La posizione (poco chiara) del Giappone
La Banca del Giappone al momento non ha in programma di emettere un CBDC nonostante gli esperimento sullo yen digitale. Ma vuole infatti rimanere preparata in caso di necessità in futuro. Questo dice il direttore esecutivo della banca centrale. “Crediamo che l’avvio di esperimenti in questa fase sia un passo necessario. Dati gli attuali fattori in gioco, compresi gli sviluppi tecnologici in patria e all’estero. C’è una ragionevole possibilità per CBDC di fornire un mezzo di pagamento e regolamento. E che tali sistemi diventino standard globali”.
Giappone deve adeguare le leggi
Tempo fa un funzionario locale era intervenuto in merito alla valuta digitale emessa dalla banca centrale. Sostiene che il Giappone per fare esperimenti sullo yen digitale deve necessariamente adeguare le sue leggi. Altrimenti emettere una central bank digital currency (CBDC) è cosa difficile. Infatti in molti credono che il Giappone debba rivedere la legge nazionale. Che stabilisce il mandato e le responsabilità della Bank of Japan (BoJ) nei confronti di una CBDC.
Tutti pazzi per il CBDC
Le banche centrali di tutto il mondo stanno valutando lo sviluppo di valute digitali. Mentre il mercato delle criptovalute è in grande crescita e prendono parte al sistema finanziario globale. Molti paesi infatti si stanno adattando a questa tendenza. Cina, Brasile, Estonia, Emirati Arabi e Arabia Saudita, Regno Unito e lo stesso Giappone. Sono alcune delle nazioni che stanno valutando l’idea di introdurre le proprie CBDC. Anche l’Unione Europea è su questa strada. L’idea è che questa nuova tecnologia possa rendere più efficiente l’intero sistema. Soprattutto le novità riguardanti la regolamentazione dei pagamenti transfrontalieri. In questo modo si espande l’accessibilità dei sistemi di pagamento a un pubblico più ampio.
Conclusione
L’impressione è che il Giappone non è molto convinto di questa iniziativa. Infatti sembra più che devono iniziare i lavori perché “tutti lo stanno facendo”. E le dichiarazioni del governatore della banca non fanno che alimentare questa convinzione. Quello che sembra è che c’è un’emulazione generale. Come se nessuno vuole rimanere indietro. E quindi per forza maggiore devono iniziare a studiare il progetto. Ma si può adottare una criptovaluta di Stato perché lo fanno tutti?