L’apertura degli Stati Uniti verso Bitcoin potrebbe arrivare attraverso il sindaco di Miami. Infatti Francis Suarez si è mostrato aperto a esplorare l’idea di convertire l’1% delle riserve del tesoro della città in Bitcoin. Una decisione importante, non perché il primo cittadino abbia deciso di investire in BTC. Alla fine molti si stanno convincendo ad acquistare bitcoin per la crescita del suo prezzo. Ma è importante perché arriva da un sindaco di un paese che si è sempre mostrato scettico verso bitcoin.
Anthony “Pomp” Pompliano incalza il sindaco
Su Twitter c’è stata un’interessante svolta crittografica. Un evento che ha preso in causa il sindaco di Miami e il sostenitore di bitcoin Anthony “Pomp” Pompliano. Proprio quest’ultimo ha esortato i suoi seguaci a ritwittarlo se “si trasferissero a Miami se il sindaco Francis Suarez mettesse l’1% delle riserve del tesoro della città in Bitcoin”.
Il sindaco di Miami apre a Bitcoin
In meno di un’ora, il tweet è stato condiviso più di 1.200 volte. Ma la cosa più interessante è che ha attirato l’attenzione dello stesso sindaco Suarez. Infatti rispondendo al tweet di Pomp, ha detto di essere “decisamente disponibile ad esplorarlo”. Dando implicitamente una disponibilità nel mettere l’1% delle riserve del tesoro della città in Bitcoin.
Il futuro di Bitcoin a Miami
Dopo questa apertura del sindaco di Miami vero Bitcoin lo scenario si fa molto interessante. Ovviamente non abbiamo ulteriori informazioni se un piano del genere verrà mai realizzato. Ma è senza dubbio un passo nella giusta direzione per il futuro di Bitcoin. Tanto che i funzionari amministrativi di alto livello lo stanno prendendo in considerazione e ne parlano pubblicamente sui social.
Miami sulla scia dell’Ohio?
Ovviamente Miami non è la prima città statunitense che si apre a Bitcoin. Circa un anno fa l’agenzia fiscale dello stato dell’Ohio ha approvato il pagamento delle tasse utilizzando proprio Bitcoin. A tale scopo è stato creato perfino un sito web dedicato, chiamato Ohiocrypto.com. Dove le aziende possono iniziare a utilizzarlo. In questo modo la regione ha mostrato sostegno alla tecnologia innovativa.
Gli altri Stati pro Bitcoin
Ma negli Stati Uniti è vivo il conflitto Bitcoin si e Bitcoin no. Infatti alcuni stati volevano adottare la criptovaluta sovrana. Ma le loro azioni sono state respinte dai legislatori statali. Stiamo parlando di stati come Arizona, Georgia e Illinois. Che sono solo alcune delle altre regioni che hanno preso in considerazione l’introduzione di Bitcoin per i contribuenti.
Una discussione sempre più viva
Negli USA la discussione su criptovalute e blockchain si fa sempre più vivace col passare degli anni. E ormai sembra che siamo vicini a una regolamentazione del settore. Che appare sempre più inevitabile. Il problema è che sul piano politico c’è una certa spaccatura. Dove i politici americani sono divisi tra chi vorrebbe una regolamentazione leggera, che permetta all’industria blockchain di crescere rapidamente. E chi invece preferirebbe sopprimerla sul nascere.
Come agiscono le istituzioni?
Le istituzioni si rendono conto del fatto che le criptovalute, nel lungo periodo, appaiono chiaramente destinate a prevalere sulle valute FIAT. Ad oggi l’unico metodo valido che i governi hanno trovato per arginare l’avanzata di bitcoin sembra essere di agire sul piano comunicativo. Mentre non sembrano capaci di produrre un quadro normativo tale da garantirgli un effettivo controllo su questi strumenti. Chissà se alla fine la politica non decida di accordarsi con Bitcoin sulla scia dell’apertura del sindaco di Miami. Staremo a vedere!