Se anche ti sei domandato: come il fisco sa che ho bitcoin? Sei al posto giusto. Spesso ci poniamo questa domanda. In quanto pensiamo. Come funziona la dichiarazione dei redditi e tasse su bitcoin?
Spesso si associa bitcoin a libertà. E può anche starci come ideologia. Ma pensare che libertà è uguale ad anarchia. Non penso sia il massimo. Cosa ne pensi? Anche a me molte cose non vanno giù. Ed è proprio per questo che ho scritto questo articolo.
Come il fisco sa che ho bitcoin. Dove vedremo dove è la verità. Perché sai è bello dire tanto bitcoin è anonimo. Nessuno vede niente. Oppure consigliarti di usare siti dove fanno Wash trading.
O comunque costruire contesti dove poi se ti arriva l’accertamento fiscale son rogne. Per te, non per la persona che ti ha dato i consigli! Che te casomai, hai anche pagato. In questo articolo affronteremo gli strumenti che ci sono. Spiegando i pro e i contro. Così alla fine potrai decidere te con serenità.
Dai immergiamoci subito nell’articolo. Non vedo l’ora di raccontarvi cosa ho studiato. Ed esporvi i pro e contro.
Indice
Bitcoin non è anonimo
Adesso in questo paragrafo di come il fisco sa che ho bitcoin. Sfatiamo un mito con il quale associano bitcoin all’evasione fiscale. Bitcoin non è anonimo come una transazione in contanti. Adesso ti vado a contestualizzare quello che ho detto, con un esempio.
Supponiamo che Satoshi abbia chiamato un consulente. E dopo il lavoro gli deve pagare la fattura. Tutti e due per risparmiare decidono che è meglio pagare senza ricevuta. S’incontrano e Satoshi gli da le banconote. Stando bene attenti che nessuno li veda.
Una situazione del genere capirai anche te. Che per essere scoperta dal fisco, bisogna che sussistono le seguenti condizioni:
- Un giorno uno dei due si penta e confessa tutto.
- Qualcuno li ha fotografati.
Supponiamo che invece di incontrarsi e scambiarsi il contante. Satoshi abbia proposto al consulente di pagare in bitcoin. Che lascia la seguente traccia, che sta lì per sempre (nessuno la può cancellare):
- ogni transazione è registrata ed è pubblica sul libro mastro.
Bitcoin offre una maggiore privacy rispetto ai metodi di pagamento “tradizionali”. Perché invece di coinvolgere intermediari di terze parti (banca, carta di credito ecc.). Coinvolti per verificare una transazione tra un acquirente e un venditore. Usa la propria blockchain.
Per verificare una transazione tra due utenti ed evitare il problema della “doppia spesa”. La blockchain rende tutto pubblico e distribuito. E’ per questo il nome di libro mastro pubblico in cui vengono registrate tutte le transazioni. Dove non sono più cancellabili per nessun motivo!
E sono proprio quelle transazioni su blockchain bitcoin che portano all’identità della persona.
In questo paragrafo come il fisco sa che ho bitcoin. Abbiamo chiarito che se veramente vuoi restare anonimo devi pagare in contanti. Se hai prelevato dal bancomat per pagare è sempre una traccia. Cosa hai fatto dei soldi? Lo scrivo per farti riflettere!
E quelli che dicono che bitcoin è usato per l’evasione più del contante. Forse non conoscono la tecnologia. O hanno degli interessi intrinsechi a far continuare l’uso del contante. Per tornare all’indice clicca qui.
Anonimo vs Pseudonimo
Nel paragrafo precedente di come il fisco sa che ho bitcoin. Abbiamo chiarito che bitcoin non è anonimo. In quanto le transazioni sono dati pubblici permanenti. Accessibili da chiunque in qualsiasi momento.
Non è anonimo ma è pseudonimo. Adesso vado a fare un esempio pratico. Così mi riesco a spiegare meglio. Mettiamo che tu debba fare un bonifico. Devi inserire i dati del mittente. Nome, cognome, causale ecc.
Questo flusso di dati, porterà a conoscere i dati del mittente e destinatario da parte:
- Della banca del mittente che elabora la transazione in uscita.
- Della banca del destinatario che elabora la transazione in entrata.
- Dal destinatario che legge i dati dagli estratti conto.
Ed ovviamente dal mittente da dove è partito il tutto.
Mentre se tale transazione veniva effettuata in bitcoin accade ciò:
- ogni transazione, assegna due chiavi a ciascun utente. Le quali sono crittografate. Ciò maschera le identità reali degli individui dietro le transazioni.
Un chiave sarà pubblica che è quella visibile sulla blockchain (libro mastro). Che indica l’ora e l’importo della transazione. Mentre una sarà privata che è nota solo all’utente. Che viene utilizzata da altri per verificare che la transazione sia stata effettivamente firmata da quell’utente.
Ti riporto un esempio di chiave crittografica. Che non altro un identificatore di 34 caratteri alfanumerici casuali: 3BMEXFe5ArGxVN3ndKxy9M82BzfP1kHfau.
Adesso in questo paragrafo di come il fisco sa che ho bitcoin. Abbiamo chiarito che le transazioni bitcoin invece di assegnare il tuo vero nome. Assegna un identificatore di 34 caratteri alfanumerici casuali. Quindi non è anonimo ma pseudonimo. Per tornare all’indice clicca qui.
Come Rintracciare i proprietari dei Bitcoin
Ricordi la fiaba di Pollicino? Che grazie ai sassolini ha tracciato il percorso per tornare a casa. Beh adesso in come il fisco sa che ho bitcoin. Ti spiegherò come è possibile seguire le transazioni bitcoin. Ed arrivare sino al proprietario.
Il fatto che le transazioni sono crittografate. Crea l’impressione che queste transazioni siano visualizzabili ma non confrontabili per individui specifici. Ti informo che bitcoin non è così irrintracciabile come può essere la crittografia.
Infatti in questo paragrafo come il fisco sa che ho bitcoin. Ti spiegherò com’è possibile legare una transazione crittografata a un individuo reale. Ci sono diversi modi per farlo andiamo a scoprirli insieme.
Quando ti registri presso un exchange per acquistare i tuoi bitcoin (Kraken, Binance ecc). Sei soggetto a verifica. E devi fornire i tuoi dati personali. Altrimenti non puoi accedere. O hai delle forte limitazioni (tipo prelievo).
Inoltre sempre più scambi sono costretti dal governo. Ad utilizzare il requisito normativo antiriciclaggio, Know Your Customer (KYC). Se vogliono lavorare “tranquilli”. Nato ed utilizzato dalle banche. Per conoscere il loro cliente. Capirai quindi che sono loro a fornire le tue informazioni se qualcuno le richiede!
Fino a qui abbiamo capito come il fisco sa che ho bitcoin. Un giorno potrebbe essere stesso l’exchange dove hai fatto shopping. A fornire tale informazioni. Andiamo avanti. Adesso te ne illustro un altro.
Spesso sentiamo di notizie. Di exchange hackerati. O persone ricattate con riscatto in bitcoin. Ed altre attività criminali legate purtroppo alla blockchain bitcoin. Per questo è nata la blockchain forense. Nata per punire questi criminali.
La blockchain forense è diventato un vero e proprio business. Sì sono costituite aziende che grazie ai loro sofisticati software. Sono in grado di collegare indirizzi bitcoin a entità web. E risalire a individui. Viene utilizzata da:
- Aziende di trading ed exchange per rintracciare bitcoin e simili segnalati. Ed altre attività illegali.
- Dagli Avvocati quando ne hanno bisogno per un indagine.
- Da governi per rintracciare potenziali evasori fiscali.
Non è una novità che l’IRS. “Agenzia delle entrate” Americana. Sta utilizzando il software di Chainalysis per rintracciare potenziali evasori fiscali.
Le aziende di blockchain forense si stanno evolvendo anche in Italia. Anche se lentamente rispetto all’America ma ci sono. Quindi adesso in come il fisco sa che ho bitcoin. Ti ho spiegato che gli strumenti ci sono e si stanno evolvendo.
Per collegare le transazioni bitcoin ad un individuo. Ti faccio una domanda. Se tu sei l’Agenzia delle entrate e sai che acquistare una licenza di un software blockchain forense. Ti farebbe guadagnare un bel po cosa faresti? Immagino la risposta.
Adesso ti l’ultima buona notizia di come il fisco sa che ho bitcoin. Sì ha capito bene buona. Perché dalla mia esperienza ho capito che anche le notizie brutte. Possono diventare belle e farle evolvere in opportunità.
Non sono impazzito. Dipende con quale prospettiva si guardano le cose. Immagina di essere ricattato e ti chiedono il riscatto in bitcoin simili. E grazie ai software di blockchain forense. Li arrestano. Potrei fare altri esempi. Ma penso che ho reso l’idea.
Tornando a noi. Adesso vediamo lo scambio automatico CRS. E’ nato per combattere l’evasione fiscale. Consiste nello scambio di informazioni fiscali. Fra un Paese e un altro. I Paesi che ne fanno parte del circuito CRS sono 71 e sicuramente col tempo aumentano.
Ti spiego in sostanza in cosa consiste. Gli intermediari finanziari italiani (banche, società d’investimento ecc). Devono trasmettere i dati dei conti dei non residenti all’Agenzia delle entrate entro il 30 giugno dell’anno solare successivo.
L’Agenzia trasmetterà entro il successivo 30 settembre a ciascuna delle corrispondenti Amministrazioni estere i dati dei propri residenti (dati anagrafici della persona, numero di conto, saldo, movimentazioni, ecc.).
Le altre Amministrazioni faranno, naturalmente, lo stesso con i residenti italiani, essendo le regole di fatto speculari.
Faccio un esempio pratico. Di quello che succede. Faccio un bonifico a Kraken per acquistare bitcoin. Sono fiscalmente residente in Italia. E Kraken mi indica iban della sua banca europea. Che risiede in Germania.
In automatico in base agli accordi CRS. La banca della Germania invia i dati all’Agenzia delle entrate Italiane. E se io nel mio Quadro RW. Per caso me lo sono dimenticato. O faccio lo struzzo.
Mi becco una bella sanzione. E sono care. Se interessa sapere di più sulle sanzioni. Ne parlo in questo articolo. Ti lascio il link.
Voglio chiudere questo paragrafo di come il fisco sa che ho bitcoin. Fornendo quest’altra informazione. Oltre all’accordo CRS. Vi è quello FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act).
E’ volto a contrastare l’evasione fiscale realizzata da cittadini e residenti statunitensi mediante conti intrattenuti presso istituzioni finanziarie estere.
E da residenti non statunitensi, mediante conti intrattenuti presso istituzioni finanziarie americane, attraverso lo scambio automatico di informazioni finanziarie. Per tornare all’indice clicca qui.
Soluzioni per migliorare la privacy Bitcoin
Adesso in questo paragrafo di come il fisco sa che ho bitcoin. Proporrò delle soluzioni per migliorare la privacy bitcoin. E cercherò anche di “smontarle”. Perché voglio rendere l’articolo utile al massimo.
Utilizzare un nuovo indirizzo bitcoin per ogni transazione e ricevere quindi una nuova chiave pubblica per ogni transazione. Questo renderà la vita dura a chi ci vuole rintracciare.
- Ok, e quando vuoi convertire in fiat. Da dove sono cascati questi bitcoin?
- Devi usarlo sempre per comprare materiale non tracciato. Ad esempio se un negozio on line ti da l’opportunita di pagare in bitcoin. E te devi fornire per forza i tuoi dati per la spedizione o altro. Sapranno chi sei!
In sostanza questo metodo lo vedo solo se te vuoi fare il delinquente. E quindi usi bitcoin nel dark web. Altrimenti fuori ti beccano.
Apro un account. In uno di quegli exchange dove non richiedono informazioni personali. E quando faccio accesso uso il browser Tor anonimo. Così frego tutti e non mi rintraccerranno mai!
- Interessante come idea. Ma se l’exchange non rispetta le regole chiedendo poche informazioni. Non è un exchange con scarsa sicurezza? Poi vengono hackerati e rubano i bitcoin dei clienti. Ne ho sentiti tanti. Il cui modus operandi è proprio quello di non chiedere informazioni personali!
- Se sono fortunato e l’exchange non viene hackerato. E sono tutte persone oneste. Non chiedevano documenti per marketing. Così hanno più clienti. Ma quando vuoi convertire in fiat. Come fai? O spenderli per comprare qualcosa.
In sostanza questa soluzione è sempre troppo al limite. Ed il rischio di perdere i bitcoin è molto alto.
Cavolo adesso in come il fisco sa che ho bitcoin. Te la do io una soluzione davvero infallibile. Ho sentito di un servizio si chiama Mixer Bitcoin. Adesso te lo spiego cosa fanno di bello.
Collegano gli utenti e consentono loro di pagare insieme in modo tale che i bitcoin siano mescolati. Ciò rende più difficile identificare un particolare utente perché solo un gruppo di transazioni è pubblicato sulla blockchain.
- Però non ne sono tanto convinto. In quanto spesso vengono chiusi. O sotto inchiesta. Ho sentito l’ultimo, un po di tempo fa del Wallet Wasabi. Sotto inchiesta dall’Europol dell’UE.
- Poi ho letto che su vari exchange. Dove hanno installato il software blockchain forense. Appena individuano i bitcoin che provengono da wallet mixer li bloccano.
Anche questa alternativa la vedo molto delinquenziale. O se il tuo lavoro è al limite della illegalità. Forse per te va bene. Anche se domani succede qualsiasi cosa. Sono rischi “d’impresa”.
Capperi fino adesso. Mi hai smontato tutte le soluzioni! come il fisco sa che ho bitcoin. Adesso te la do io quella infallibile. Dove non potrai battere ciglio. Uso Monero o simili.
- Ho letto questa notizia: La società di analisi blockchain CipherTrace ha presentato due domande di brevetto. Per un software che aiuta le autorità a monitorare le transazioni effettuate con la criptovaluta monero.
- Anche questa ho letto: Coinbase non elenca Monero a causa delle autorità USA.
Già solo queste due notizie non promettono tanto sul futuro di monero. Non a livello di trading. Ma a livello di cosa ne pensano i governi della privacy. In sostanza anche questa idea. Mi sembra sempre molto al limite. E non è una soluzione. Dove poter dormire tranquilli.
Voglio chiudere questo paragrafo di come il fisco sa che ho bitcoin. Con un pensiero conclusivo:
Bitcoin è un metodo di pagamento decentralizzato e non regolamentato. Le transazioni non sono anonime ma pubbliche. La sua continua ascesa e popolarità. Obbliga il governo a regolamentarlo. E ciò porterà ad identificare gli utenti più facilmente. Per poter tassare e non solo.
Il consiglio che ti do: impegna il tuo tempo a pagare meno tasse bitcoin. Con metodi legali. In questo articolo fornisco suggerimenti. Poi ribadisco se il tuo lavoro è fare il delinquente. E vivere di espedienti al limite della legalità “auguri”. Per tornare all’indice clicca qui.
Presunzione di fruttuosità
In quest’ultimo paragrafo di come il fisco sa che ho bitcoin. Voglio toccare l’ultimo punto. La Presunzione di fruttuosità. Che può essere contestata dall’Agenzia delle entrate.
Premessa mettiamo che tu assolva tutti gli obblighi di monitoraggio e di compilazione del quadro RW. E gli investimenti risultano sempre infruttiferi.
L’Agenzia delle entrate potrebbe contestare, la mancata compilazione del relativo quadro reddituale. Dovrai giustificare che gli investimenti non hanno prodotti redditi.
Quello che ti consiglio: se sei stato sfortunato e non hai guadagnato con i tuoi bitcoin. Devi conservare tutta la documentazione che attesti tale circostanza.
E vorrei fare un ragionamento. Anche se l’italia si trova tecnologicamente indietro. Quando si tratta di raccogliere tasse. Sì diventa più evoluti. Quindi se pensi che non sanno quanto valeva bitcoin il giorno x scordalo ormai e tutto sul web basta un click.
Tutti hanno diritto di conoscere ma noi tutti abbiamo il dovere di informarci. Adesso sappiamo come il fisco sa che ho bitcoin.
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