Oggi voglio parlarvi di un argomento importante per molti utenti. Spulciando nel web ho visto che in tanti si chiedono come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano. Il mio compito di oggi è quello di rispondere alla vostra domanda, togliendovi ogni dubbio.
Non so voi, ma a me piace girare nei forum e leggere commenti ed esperienza varie degli utenti. Così nascono le mie idee per gli articoli, visto che il mio obiettivo è di aiutare persone come te che cercano risposte che non riescono a trovare altrove. Tuttavia proprio in un forum ho letto molte persone deluse dagli exchange che usano abitualmente.
Gli utenti che cercavano risposte dalla piattaforma su come dichiarare le crypto in un exchange italiano hanno visto le società lavarsi le mani. Infatti gli scambi hanno risposto di chiedere ad un loro commercialista di fiducia.
Altre persone hanno rivelato che il professionista in questione ha deciso di non prendere più incarichi di questo tipo (vedere immagine). Forse questo perché la mole di studio e di lavoro era troppo esagerata e quindi non se la sentivano di caricarsi altre questioni.
Ma non finisce qui. Nella nostra parte di dramma (si fa per dire) fa parte un altro evento che sta nascendo. Ovvero esistono pochissimi commercialisti specializzati in materia crittografica. E quelli che ci sono, hanno un compenso molto esoso. Anche perché la domanda è alta, soprattutto dopo con la crescita del mercato crittografico.
Lo Stato aiuta poco le persone, soprattutto quelli che non possono permettersi di spendere mezzo stipendio per pagare un commercialista. Non c’è un sindacato a cui affidarsi. Anche perché chi ha acquistato una piccola parte di bitcoin o ethereum o ripple o qualsiasi altra cryptovaluta, non può spendere un patrimonio.
Purtroppo, come scriviamo in moltissime nostre news, la maggior parte dei paesi ha preso poco sul serio le valute digitali. In molti credevano che era un evento occasionale e che sarebbero scomparse di lì a poco. Niente di più sbagliato, visto cosa sta accadendo oggi.
Anche per questo motivo si vive nella completa incertezza normativa. Con molti grandi e piccoli investitori che non hanno idea se devono dichiarare o meno le loro crytptovalute. Capite bene che la mancanza di una legge rende tutto più complicato.
Tuttavia, l’Agenzia delle entrate non ha lasciato del tutto da sole le persone. Hanno cercato, in tutti i modi, di riuscire a gestire la cose. Infatti sono stati presentati diversi interpelli. Il problema che la maggior parte di questi andava in conflitto con le norme vigenti.
Sento cosa stai dicendo: “è un macello questa cosa”. Si, purtroppo fino a quando non avremo una normativa chiara e precisa brancoleremo sempre nel buio. Tuttavia quello che dobbiamo fare è ragionare e mettere in pratica il nostro sapere. Non dobbiamo pensare: “questa cosa è meglio per me e allora la faccio”. E’ sbagliatissimo.
Lo sappiamo tutti che le sanzioni arrivano e quando si presentano davanti a noi il conto è salato. Non dobbiamo arrivare a questa situazione. Dobbiamo cercare in tutti i modi di fare le cose in maniera legale e responsabile, tutelando sempre i nostri interessi.
Il mio obiettivo in come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano è quello di darti una sintesi generale sui vari ragionamenti logici e coerenti. Questi ti serviranno quando dovrai prendere scelte fondamentali per il tuo business.
Dai forza, mettiamoci sotto e iniziamo a parlare. Vedrai che alla fine dell’articolo avrai la mente piena di concetti che ti aiuteranno nel futuro. E soprattutto senza incorrere in inutili sanzioni amministrative.
Indice
Dichiarazione dei redditi a cosa serve
Ora partiamo con l’affrontare un tema generale ma molto importante in come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano. Nessuno è nato imparato, quindi cosa sia la dichiarazione dei redditi l’abbiamo appresa nel corso degli anni.
La maggior parte delle persone adulte è a conoscenza che la compilazione del documento vuol dire avvisare il fisco delle proprie entrate. E’ come se dicessi all’Agenzia delle entrate: “guarda in questo anno fiscale il mio reddito ammonta a questa cifra”.
Nel documento che andrete a compilare, bisogna inserire necessariamente tutti i movimenti che potrebbero produrre reddito. Ad esempio la riscossione di un affitto, delle quote in una società, investimenti di vario genere, anche quelli in cryptovalute, ecc.
Il motivo perché dovete inserire tutte queste voci? Facile, l’Agenzia delle Entrate deve avere la vostra dichiarazione nero su bianco in modo da calcolare le tasse che dovete pagare allo stato. Infatti le tasse non sono uguali per tutti, ma le devono pagare tutti. E proprio a questo serve la dichiarazione dei redditi. Per tornare all’indice clicca qui.
Sanno tutto di noi: niente privacy
Questo paragrafo di come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano lo voglio iniziare facendoti un esempio molto pratico, ma funzionale. Avrai visto o sentito parlare almeno una volta nella tua vita dei fantomatici reality televisivi, vero? Tipo ad esempio il Grande Fratello, quel programma che spia i concorrenti 24 ore su 24.
Ecco, noi siamo un po’ tutti dei concorrenti del Grande Fratello. Non sgranare gli occhi, che ti vedo. Mi spiego meglio. Noi siamo i concorrenti e l’Agenzia delle entrate sono gli autori del programma. Quelli che sono dietro alle telecamere, che ci spiano ed osservano tutto di noi.
Solo che tra noi e i concorrenti del reality c’è una bella differenza. Mentre loro giocano per vincere un montepremi molto elevato. Noi rischiamo di cacciare un bel po’ di soldini, senza pensare che potremmo incorrere a sanzioni amministrative e/o penali.
Voi direte: ma come mai rischiamo addirittura sanzioni penali? Tornando al discorso fatto sopra, sulla dichiarazione dei redditi. Possiamo verosimilmente immaginare che ci sono persone che omettono cose importanti. Informazioni sul proprio reddito personale con lo scopo di non pagare tasse.
Altre volte, invece potrebbe succedere anche a noi di dimenticare una voce e quindi non la inseriamo. Oppure ignoriamo totalmente che quella parte deve essere inserita nel momento della compilazione del modulo. Può capitare a tutti i comuni mortali.
Tuttavia c’è un piccolo problema che bisogna tenere in conto. Se l’Agenzia delle entrate decide di fare un accertamento fiscale (e fidati che lo farà) sono cavoli amari (perdona il francesismo). Perché amica/o mia/o devi sapere che la legge non ammette ignoranza.
Per questo motivo non mi stancherò mai di ripetermi e battere su quanto sia importante conoscere, studiare ed informarsi. Solo così siamo liberi di agire, senza paura di andare incontro a sanzioni o moratorie salate.
Torniamo all’incipit dell’articolo e al fatto che siamo tutti controllati. In pochi sanno che l’Agenzia delle entrate ha messo in piedi i controlli incrociati. Ti andrò a mostrare N. 2 situazioni. Tuttavia è importante che tu sappia che esistono molteplici dati ed una rete ricolma dove si vanno ad intersecare tra loro. L’obiettivo di questo intreccio e cercare di andare a captare situazioni “strane”.
Possiamo dire che questo evento non è nato per caso. L’abolizione del segreto bancario è stato una sorta di big bang a livello nazionale. Prima del 2017 (anno in cui è stato abolito in Italia il segreto bancario) le banche e le istituzioni finanziarie avevano il diritto di rifiutarsi nel condividere i dati dei propri clienti.
Adesso non funziona più così. Se l’Agenzia vuole sapere i dati di tizio, la banca ha il dovere di consegnare tutta la documentazione in suo possesso all’organizzazione. E da qui che partono i controlli e le eventuali sanzioni.
Ma ora andiamo a vedere il primo caso di dati incrociati. Questo è chiamato Common Reporting Standard (CRS) ed è nato per combattere l’evasione fiscale. I Paesi che l’hanno sottoscritto e che quindi ne fanno parte sono, per il momento, 71. Tuttavia siamo sicuri che nel corso degli anni il numero sarà destinato a salire.
L’obiettivo del sistema CRS è quello di scambiare informazioni fiscali. In pratica gli intermediari finanziari italiani (banche, società d’investimento ecc.) hanno il compito di trasmettere i dati dei conti dei non residenti all’Agenzia delle entrate. Questo lo devono fare entro il 30 giugno dell’anno solare successivo.
In seguito, l’Agenzia deve trasmettere entro il 30 settembre di quell’anno a ciascuna delle corrispondenti Amministrazioni estere i dati dei propri residenti. Per dati si intendono quelli comuni: dati anagrafici della persona, numero di conto, saldo, movimentazioni, ecc.).
Ovviamente, le altre Amministrazioni dei 71 Paesi faranno la medesima cosa con i residenti italiani. Questo perché le regole sono di fatto speculari. Detto il primo meccanismo dei dati incrociati, vediamo il secondo in come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano.
Il secondo strumento che hanno le autorità si chiama Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA). Questo serve a contrastare l’evasione fiscale realizzata dai cittadini e residenti statunitensi mediante dei conti aperti e intrattenuti presso banche o istituzioni finanziarie estere.
Ma anche da cittadini e residenti non statunitensi, mediante conti correnti aperti e intrattenuti presso banche o istituzioni finanziarie americane. Anche lo strumento FATCA si realizza grazie allo scambio automatico di informazioni.
Ovviamente insieme a questi 2 meccanismi sopra esposti ci sono molti altri. Tuttavia questo è per farti capire meglio quando devi compilare la dichiarazione dei redditi. Ovvero che ad esempio puoi trovarti davanti un conto estero per svariati motivi. Tra tutti:
- Acquisto delle cryptovalute (bitcoin, ethereum, ripple ecc.). Per farlo ho bonificato sul conto dall’exchange. Dal mio conto corrente.
Questa operazione devi dichiararla. Se la ometti non ti serve a nulla perché loro già lo sanno e quindi ti vengono a cercare. Per tornare all’indice clicca qui.
Risposte l’Agenzia delle entrate
Fino a questo momento abbiamo capito in come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano a cosa serve la dichiarazione dei redditi. Inoltre abbiamo, spero, preso coscienza che ignorare la sua compilazione è uno degli eventi controproducenti per noi.
Detto ciò, adesso voglio riassumerti i punti importanti dell’Agenzia delle entrate in materia crittografica. Perché è vero che non c’è una legge specifica, ma è vero anche che bisogna fare riferimento a degli interpelli e delle risposte per non cadere nel tranello.
Dunque, per renderti il ragionamento più semplice ed intuitivo ti faccio una piccola lista con dei punti fondamentali.
- Le cryptovalute sono considerate delle valute estere e quindi devono essere dichiarate necessariamente nel Quadro RW.
- Se la somma delle tue crypto in giacenza nei wallet ha superato il valore di € 51.645,69 per 7 giorni lavorativi e si è fatta una cessione a titolo oneroso, devi pagare obbligatoriamente le tasse al 26% sulla plusvalenza. Ovviamente devi compilare il Quadro RT oltre ad RW.
- La valute digitali non sono soggette a IVAFE.
Questi punti che ti ho appena elencato e come già ti avevo anticipato, fanno parte di un interpello dell’Agenzia delle entrate. Precisamente all’interpello 956-39/2018. Per tornare all’indice clicca qui.
Parlamento europeo
Dunque abbiamo visto in come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano che cosa ci dice il fisco in merito alle cryptovalute. Questo è bene tenerlo a mente perché, fino a quando non cambia qualcosa a livello normativo, sarà la base della nostra fiscalità crittografica. Altrimenti si rischi di incorrere in sanzioni.
Come detto, quello scritto sopra è ciò che ci riferisce l’Agenzia delle entrate italiana. Quindi adesso dobbiamo entrare nel merito delle considerazioni del Parlamento Europeo. Perché proprio da questo contesto che iniziano a prevalere dubbi ed incertezze.
Molti non sanno che ad aprile 2018 il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva (UE) 2015/849 sulla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. La cosiddetta V direttiva.
Ad aprile 2018 il Parlamento europeo. Ha approvato la direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Meglio conosciuta come la quinta direttiva antiriciclaggio. Il nostro governo ha approvato la direttiva nell’ottobre 2019.
Tra le modifiche e aggiunte nel testo della V direttiva, è stato definito cosa sono le valute digitali. Di seguito ti riporto il pezzo in cui le cryptovalute vengono definite dal Parlamento Europeo:
“Rappresentazione di valore digitale che non è emessa o garantita da una banca centrale o da un ente pubblico, non è necessariamente legata a una valuta legalmente istituita, non possiede lo status giuridico di valuta o moneta, ma è accettata da persone fisiche e giuridiche come mezzo di scambio e può essere trasferita, memorizzata e scambiata elettronicamente”.
Da come è facilmente intuibile dal testo che ti ho riportato qui sopra. L’Unione Europea, di cui l’Italia fa parte, ha sottolineato come le valute digitali non hanno status giuridico di valuta o moneta. In poche parole non hanno corso legale nei Paesi dell’UE.
I più attenti, possono capire come questa direttiva va in contrasto con l’interpello 956-39/2018 dell’Agenzia delle entrate trattato precedentemente. Ovvero dove il fisco italiano considera le cryptovalute come valuta estera, mentre l’UE non le considera affatto.
Da questa normale ed intuibile confusione che abbiamo riportato nell’articolo come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano. Nascono 2 linee di pensiero differenti:
- Non dichiaro crypto se comprato da exchange italiano.
- Lo dichiaro sempre perché a-territoriale.
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Errori del mio commercialista
In questo nuovo paragrafo di come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano voglio farti capire quanto sia importante conoscere ed apprendere. L’informazione è il primo passo per essere liberi di scegliere in base alle proprie esigenze personali.
Se ti faccio questo discorso è prettamente per esperienza personale. Perché come è successo a me, anche tu ti sarai scontrato con qualcuno che si dichiarava professionista invece ne sapeva ben poco. Purtroppo ci sono mestieri in cui è difficile avere una certa dimestichezza.
Ti parlo di lavori “cechi” come l’idraulico, il meccanico, l’elettricista, il programmatore di pc ecc. Tutti quei mestieri che non hanno un listino prezzi, ma bisogna fidarsi sulla parola. Tuttavia non è sempre così semplice. Le fregature sono sempre dietro l’angolo.
Per questo motivo ho capito che prima di rivolgermi a qualsiasi professionista della materia, devo informarmi per capire quale sia il problema e come risolverlo. In modo da capire se riesco a trovare una soluzione in autonomia o se devo appoggiarmi a qualcuno.
Se capita che non ho le competenze e/o gli strumenti adeguati per risolvere la cosa da solo, devo per forza di cose rivolgermi a qualcuno che ne sa più di me. Ma non sarà più un “lavoro cieco”, perché i miei studi e le informazioni che ho preso costringeranno la persona da me scelta a rispondere ad alcune domande. Così da capire se quel professionista è in grado di risolvere il mio problema o meno.
Nel mondo in cui viviamo oggi, è fondamentale non rimanere indietro e seguire i tempi che cambiano più velocemente di quanto immaginiamo. Questo perché nel corso della mia vita mi sono scontrato con un commercialista che ne sapeva ben poco. Ti dico solo che ha sbagliato a dichirare le mie cryptovalute.
Se all’epoca avevo la cultura che ho oggi, posso garantirti che quell’errore non sarebbe mai accaduto. Ma purtroppo gli sbagli si pagano, l’importante è prendere coscienza della cosa e rimboccarsi le maniche per non farli accadere di nuovo.
Se può esserti utile, ho scritto un articolo in cui parlo in maniera specifica e semplice degli errori che sono stati commessi. Inoltre ho scritto anche le soluzioni da me adottate per risolvere la cosa. Ti consiglio di leggerlo principalmente per due ragioni:
- Forse anche il tuo commercialista può aver sbagliato.
- Puoi capire errori comuni che si fanno e come evitarli.
Detto questo, ti lascio il link qui così puoi andarci a cliccare sopra una volta che finisci di leggere questo.
In questo paragrafo di come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano voglio far passare il messaggio che non bisogna essere superficiali. Non lasciare tutto al caso, soprattutto se si tratta di investimenti e di soldi. Se hai deciso di investire in bitcoin o ethereum o qualsiasi altra cryptovaluta, il tuo obiettivo è quello di guadagnare.
Per questo motivo informarsi non fa mai male, a maggior ragione se si tratta delle proprie finanze. Per tornare all’indice clicca qui.
Cosa ne pensano i commercialisti
Nel nuovo paragrafo di come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano introduciamo un argomento sicuramente curioso. Infatti andiamo a vedere i commercialisti come la pensano in materia crittografica. Così almeno siamo preparati se ci dobbiamo recare da uno di loro.
Faccio una breve premessa così puoi fare delle scelte intelligenti. In poche parole ti vado a riportare i pensieri ed i comportamenti dei commercialisti. Ma anche come agisce l’Agenzia delle entrate in seguito agli accertamenti fiscali. Questo è un passaggio importante ai fini dello scopo del nostro articolo.
Inoltre ti voglio far presente anche un’altra cosa che spesso è sottovalutata, nonostante sia importante. Se l’idea o il pensiero su un argomento del tuo commercialista è sbagliato, non solo si scopriranno gli altarini. Anche se passano diversi anni, infatti, gli accertamenti fiscali ci sono sempre. E la responsabilità ricade sempre su di te.
E’ difficile, ma anche dispendioso economicamente, provare che la responsabilità non è la tua ma del tuo commercialista. La legge non ci aiuta, per questo motivo ci dobbiamo aiutare da soli.
In genere il commercialista dice:
- Le tue cryptovalute non devono essere dichiarate (compilare quadro RW), visto che li hai acquistati da un exchange regolarmente registrato in Italia. E quindi in poche parole sei in regola con la normativa in questione.
Ma poi a distanza di tempo arriva l’accertamento fiscale che tutti temiamo, anche se siamo perfettamente a norma. E il regolatore dice:
- “Da dove arriva questa cifra?” E tu, conscio di quanto successo con il commercialista, rispondi: “Ah semplice, ho comprato una valuta digitale a 100 e l’ho rivenduta a 150. Il tutto l’ho fatto da un exchange italiano e perfettamente registrato”. Ma poi, inaspettatamente il regolatore afferma: “Eh no, adesso ti devo fare una bella sanzione perché non hai dichiarato la cifra (compilato quadro RW).
Puoi ben capire che ti cade il mondo addosso. Ma la cosa incredibile è che il regolatore lo può fare. Perché fa riferimento a questa norma che ti riporto di seguito:
La legge esclude dall’obbligo dichiarativo del quadro RW le attività detenute all’estero, qualora i redditi derivanti da tali attività vengano assoggettati a ritenuta o a imposta sostitutiva da parte di intermediari residenti.
Gli exchange italiani non assolvono a questo. Perchè non c’è una legge definita che li obbliga.
Un altro caso che potresti incappare è se il commercialista dice:
- Compila il quadro RW sempre in via prudenziale, così ti levi ogni dubbio. Anche perché compilandolo non si pagano tasse se non ci sono i presupposti. Nel caso ci fossero compiliamo il Quadro RT.
Tuttavia quello che posso dirti con estrema sincerità è quello di studiare e capire come davvero si possono pagare meno tasse in modo legale. Senza aspettarsi un controllo di punto in bianco. Perché è inutile e dannoso fare le cose arruffate. Se può esserti utile, su questo argomento ho scritto un articolo. Ti condivido qui il link dove puoi approfondire 5 strategie legali. Per tornare all’indice clicca qui.
Abbiamo vinto, Hai perso
Adesso siamo in chiusura dell’articolo su come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano. Voglio terminare parlando di un fatto realmente accaduto. Che quindi ti potrebbe accadere in qualsiasi momento.
Giuseppe abbiamo vinto la causa sono € 1.000,00 per il lavoro che ho fatto.
Giuseppe hai perso la causa sono € 1.000,00 per il lavoro che ho fatto.
Come puoi vedere: quando si vince il carro del vincitore è sempre pieno, mentre quando si perde il carro ce lo dobbiamo spingere da soli. Non c’è mai nessuno che ti sostiene e ti supporta, anche quando l’errore non l’hai commesso tu direttamente.
Spero che l’articolo come dichiarare nel 2021 le crypto di un exchange italiano ti sia tornato utile. Seguici su Google News o sul sito ufficiale per stare sul pezzo. Per tornare all’indice clicca qui.