La Banca Popolare Cinese ha concluso domenica il suo secondo programma pilota sulla valuta digitale. Mentre la banca centrale si avvicina a un lancio formale dello yuan digitale. Che renderebbe la Cina la prima grande economia mondiale a introdurre un tale sistema. Tuttavia ci sorge un dubbio: e se lo yuan digitale fosse un bluff per primeggiare? Un dubbio lecito visto che il primo CBDC porterà grandi risvolti sul piano nazionale e internazionale.
I progetti pilota dello yuan digitale
Questo mese, le autorità della città cinese orientale di Suzhou hanno distribuito 20 milioni di yuan digitali. Equivalenti a 3,1 milioni di dollari. Ai residenti locali tramite una lotteria. Ciascuno dei 100.000 vincitori ha ricevuto 200 yuan nella nuova valuta digitale. Che potevano essere spesi per acquisti online o offline. Le transazioni hanno visto numeri da capogiro, con circa l’80% fare acquisti online con yuan digitale.
Un avvenimento importante
Il progetto pilota di Suzhou includeva il doppio dei residenti e il triplo dei commercianti. Rispetto a quello condotto in ottobre nella città cinese meridionale di Shenzhen. Il processo a Suzhou ha anche ampliato l’ambito del programma pilota. Testando lo yuan digitale sui negozi online e introducendo un metodo di pagamento elettronico. Che non richiede una connessione Internet. Un programma importante per vedere come lo CBDC si sia integrato nella comunità.
Le ambizioni della Cina dietro lo Yuan Digitale
Fino a 10 anni fa, le transazioni in Cina avvenivano principalmente in contanti. Oggi invece il Paese figura tra le nazioni maggiormente digitalizzate. Grazie soprattutto al contributo di aziende fintech. Ma dietro alle ultime evoluzioni dello yuan digitale non c’è solo la necessità di digitalizzazione nel Paese. Ma anche le mire di Pechino tese ad aumentare la stretta delle autorità sul sistema economico cinese.
Lo yuan digitale come strumento di potere
Pensate ai colossi WeChat e Alipay. In un Paese democratico potrebbero fare il bello e cattivo tempo. E invece si trovano in un paese in cui vige la dittatura e in un governo che non vuole cedere di un passo la propria autorità. Per questo motivo siamo convinti che Pechino vuole sfruttare al massimo la criptovaluta di Stato. Per frenare la corsa dei colossi dei pagamenti online e riconsegnare le chiavi della leadership alla Banca popolare cinese.
Capitali esteri bloccati?
Se qualcuno sta pensando che lo yuan digitale potrebbe essere anonimo si sta sbagliando di grosso. Infatti lo yuan digitale permetterebbe a Pechino di controllare ogni transazione. In questo modo il presidente Xi Jinping potrebbe frenare la fuga dei capitali all’estero. Smorzando così l’impatto che le monete digitali e le stablecoin hanno sui movimenti transfrontalieri di denaro. E innalzando delle sorti di barriere al confine cinese.
Rompere il dominio del dollaro
Tra gli altri obiettivi principali della Cina c’è anche quello di frenare il dominio del dollaro statunitense. Non è un mistero che nelle intenzioni di Pechino c’è quello di creare e trasformare lo yuan ad essere una valuta globale. Per questo motivo i governanti cinesi intendono detronizzare il dollaro. Ma su questo punto c’è ancora tanto, troppo, lavorare. La messa al bando del dollaro non è cosa facile.
E se lo yuan digitale fosse un bluff?
Forse con questa domanda vi stiamo spiazzando. Ma se davvero la creazione dello yuan digitale fosse stato un bluff architettato ad hoc da Pechino? Non stiamo dicendo che non sia reale, attenzione. Stiamo solo dicendo che la Cina, per paura dei colossi e della potenza statunitense, abbiano escogitato questo piano per prendere il sopravvento. Ricordiamoci che nelle dittature non c’è controllo o supervisione. La libertà di espressione e inesistente. E se qualcuno prova a mettere contro il governo viene fatto fuori, letteralmente.
Uno scenario globale più incerto che mai
In uno scenario incerto, dove la pandemia da coronavirus è la protagonista, la Cina sta giocando la più importante partita di poker. Dove lo yuan digitale potrebbe essere sia un bluff ma anche un importante asso nella manica. E il futuro della valuta digitale di Stato dipende proprio da Pechino. Soprattutto alla luce di come molti Stati hanno deciso di restare alla porta. E quindi attendere lo sviluppo cinese.