Elon Musk fa un passo indietro clamoroso ed inaspettato su Bitcoin. Il magnate sudamericano annuncia che Tesla ha sospeso gli acquisti di automobili in Bitcoin. Una decisione scioccante, soprattutto fino a quanto affermato nei giorni scorsi. Ma la causa sembra essere per costi ambientali legati all’attività di mining. Tesla intende usare Bitcoin solo se passerà a un’energia più sostenibile. Inoltre sta analizzando criptovalute alternative e meno energivore. Tipo il Dogecoin che tanto interessa a Elon Musk.
Probabilmente molti di voi sapranno già che parliamo di una delle più grandi società innovative della storia. Infatti Tesla è un’azienda statunitense specializzata nella produzione di auto elettriche, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico. È chiamata così in onore del noto inventore Nikola Tesla. E’ stata fondata nel 2003 a San Carlos in California e comprende molti esperti di informatica e sistemi di calcolo.
L’obiettivo di Tesla
L’obiettivo dell’azienda è la produzione di veicoli elettrici ad alte prestazioni orientati al mercato di massa. Nel campo elettrico e dell’ingegneria elettrica ed elettronica. Il CEO Elon Musk ha detto che immagina Tesla come una società tecnologica e una casa automobilistica indipendente. Il cui fine è quello di offrire auto elettriche a prezzi accessibili al consumatore medio. Per promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili e non inquinanti. A marzo 2020 ha raggiunto il traguardo di 1 milione di auto elettriche prodotte, prima fra tutte le case automobilistiche.
Elon Musk sconfessa Bitcoin
Proprio questa natura di Tesla ha portato Elon Musk ad una scelta drastica e totalmente inaspettata. Tesla ha sospeso gli acquisti di automobili in Bitcoin. Dopo soli 49 giorni l’imprenditore sudafricano e la sua azienda fanno marcia indietro. E scaricano il Bitcoin come valuta alternativa per permettere l’acquisto delle proprie auto negli Stati Uniti. La conferma arriva direttamente da un tweet di Musk, nel quale si legge quanto segue:
“Tesla ha sospeso gli acquisti di veicoli tramite l’uso di Bitcoin. Siamo preoccupati sul rapido incremento dell’uso di combustibili fossili per il mining e le transazioni di Bitcoin. Specialmente il carbone, il quale ha le peggiori emissioni di qualsiasi carburante”.
Poi prosegue: “La criptovaluta è una buona idea su molti livelli e crediamo che abbia un futuro promettente. Ma non si può concretizzare con un grande costo per l’ambiente. Tesla non venderà alcun Bitcoin e intendiamo usarlo per le transazioni non appena il mining passerà a energia più sostenibile. Stiamo anche rivolgendo l’attenzione ad altre criptovalute. Che usano meno dell’1% dell’energia per transazione di Bitcoin”.
Su quest’ultima considerazione di Elon Musk abbiamo parlato proprio ieri. In cui il patron di Tesla sta valutando seriamente di investire in Dogecoin. Adesso resta da capire se il DOGE consuma davvero di meno del Bitcoin. Oppure no.
Una decisione sorprendente
A fine marzo Tesla aveva acquistato Bitcoin investendo di 1,5 miliardi di dollari. Per sostenere gli acquisti dei propri clienti negli USA. L’impatto positivo è stato immediato, in cui l’azienda ha registrato un enorme guadagno nel primo trimestre. Con un incasso “pulito” di 102 milioni di dollari. Per questo motivo l’annuncio di Elon Musk sul fatto che Tesla ha sospeso gli acquisti delle automobili in Bitcoin ha spiazzato tutti.
E’ vero che Il tema del consumo energetico del mining di criptovalute tiene banco da tempo. Ne abbiamo parlato anche noi in questo articolo. Ma è vero anche che ci sembra strano che Elon Musk si sia svegliato solo ora. Uno con la sua preparazione, con il suo team e con i suoi soldi è possibile che non sapeva del consumo energetico di Bitcoin?
Capite bene che questa improvvisa presa di posizione ci fa sospettare. E’ più plausibile che abbia avuto degli inviti ad allontanarsi da Bitcoin. Sappiamo bene che il governo statunitense non ama particolarmente la criptovalute. E quindi non ci sorprenderebbe se avesse chiamato Elon Musk facendogli fare dietrofront con la “scusa” ambientalista.
D’altronde sappiamo bene come funzionano queste cose. E Washington è troppo in vista e potente per incassare un “no” come risposta. Anche se ti chiami Elon Musk e sei il secondo uomo più ricco del pianeta.