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Il governo degli Stati Uniti potrebbe vietare i flussi di capitali a Bitcoin

Il miliardario Ray Dalio è convinto che il governo degli Stati Uniti può aumentare le tasse per frenare i movimenti di capitali verso Bitcoin e oro. Infatti pare che Washington non sia contento di questa impennata della criptovaluta madre. E, di conseguenza, della fiducia che gli investitori istituzionali hanno acquisito nei confronti del mercato crittografico. Così Dalio è certo che il governo potrebbe avviare dei movimenti di capitali per tutelare il dollaro. Ma davvero gli Stati Uniti vogliono mettersi contro la comunità crittografica?

Chi è Ray Dalio? 

Ray Dalio è un imprenditore statunitense, fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo. Nel giugno 2019 è, secondo Bloomberg, la 58a persona più ricca del mondo. La sua fortuna personale è stimata da Forbes nel gennaio 2020 in 18,7 miliardi di dollari. Nel 2017 scommette al ribasso contro l’Italia. Speculando su alcune imprese come Generali, Enel e Eni. E su varie banche italiana tra cui Unicredit e Intesa Sanpaolo. Crede invece nelle potenzialità della Cina, dove è tra i pochi a poter operare direttamente sul mercato finanziario cinese. Dopo avere già ottenuto di gestire i miliardi all’estero delle istituzioni di Pechino. Ha lanciato un grande fondo “Made in China” indirizzato agli investitori cinesi e internazionali.Ray Dalio è un imprenditore statunitense, fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo.

Ray Dalio avverte gli investitori di Bitcoin 

Nel suo post su LinkedIn, il fondatore di Bridgewater Associates scrive la sua opinione in base alle politiche finanziarie statunitensi. Ray Dalio avverte che il governo degli Stati Uniti può vietare i movimenti di capitali in Bitcoin. Infatti la criptovalute più grande del mondo potrebbe avere come ostacolo la superpotenza per eccellenza. Stesso destino potrebbe accadere all’oro, anch’esso sottoposto nelle grinfie dell’esecutivo americano

Aumenti fiscali in arrivo?

Ray Dalio sottolinea che aumenti fiscali “scioccanti” potrebbero essere utilizzati per manipolare i flussi in varie classi di attività. Infatti secondo la tesi dell’imprenditore, il governo sta lavorando per emettere tasse per frenare il mercato di bitcoin. 

“Se la storia e la logica devono essere una guida, i responsabili politici che sono a corto di denaro aumenteranno le tasse. E non apprezzeranno questi movimenti di capitali dai beni di debito e in altri depositi di beni patrimoniali e altri domini fiscali. Quindi potrebbero benissimo imporre divieti contro i movimenti di capitali verso altre attività (ad esempio oro, Bitcoin, ecc.) e altre località”.

I “contanti sono spazzatura” 

Ray Dalio dunque mette in guarda gli investitori di bitcoin e criptovalute. E li esorta a mettere i loro soldi in un portafoglio “ben diversificato” di attività. A più alto rendimento e prendendo in prestito dollari. Inoltre il miliardario sostiene che il denaro sia spazzatura, consigliando i suoi lettori e seguaci a non tenerlo

“Credo che la liquidità sia e continuerà ad essere spazzatura. Ovvero ha rendimenti significativamente negativi rispetto all’inflazione. Quindi è meglio prendere in prestito denaro piuttosto che tenerlo come attività. Oppure acquistare un rendimento più elevato, non debito beni di investimento”

Boom degli sportelli automatici in America

La frenesia del trading in Bitcoin dietro ai record vede negli Stati Uniti un rapido incremento dei bancomat ATM. Ovvero di quelli sportelli che permettono di effettuare operazioni in valuta digitale. Migliaia di macchine sono installate in diversi punti delle località statunitensi. Nelle stazioni di servizio, nei negozi di gastronomia e nei vari chioschi dispersi per le città. A gennaio 2021 gli sportelli Bitcoin erano arrivati a 28.185. E probabilmente molti altri sopraggiungeranno nei prossimi mesi

Le grandi società di sportelli ATM 

Dunque le società che forniscono e distribuiscono bancomat ATM stanno guadagnando parecchio. Soprattutto nelle grandi nazioni come gli Stati Uniti. I principali fornitori dei distributori sono Coin Cloud, società con sede a Las Vegas. Che detiene 1.470 macchine negli Stati Uniti e prevede di averne 10.000 entro la fine dell’anno. E anche CoinFlip, azienda con sede a Chicago. Che ha aumentato in un anno da 420 a 1.800 il numero di macchine installate. 

Il motivo del boom dei bancomat 

L’espansione di questi ATM deriva dalla domanda di operazioni in criptovaluta che si è triplicata rispetto all’anno scorso. E che ha sicuramente generato ottimi affari per i gestori. Un’altra ragione di questa espansione deriva dal fatto che alcuni non hanno un conto corrente bancario. E non hanno alcuna intenzione di aprirne uno. E’ importante sottolineare che non tutti i cripto-bancomat permettono di fare delle operazioni di investimento nelle varie criptomonete. Alcuni infatti si limitano ad offrire solamente Bitcoin. 

Preoccupazione delle autorità 

Uno sviluppo così diffuso in poco tempo degli sportelli automatici di Bitcoin ha attirato l’attenzione da parte delle agenzie governative. Preoccupate essenzialmente da due aspetti: il costo delle transazioni e le potenziali attività illecite. Infatti le commissioni sono parecchio onerose, visto che vanno dal 6% al 20%. Riguardo le attività illecite, le autorità hanno paura di transazioni sospette, truffe e pratiche discutibili. Che avvengono attraverso gli sportelli ATM. 

Dollaro minacciato 

Sicuramente le transazioni costose e le attività illegali sono fonte di preoccupazione. Ma siamo sicuri che il governo degli Stati Uniti teme che Bitcoin oscura in qualche mondo il dollaro. Ovvero lede la sua autorità e il suo essere valuta sovrana. Infatti è proprio questo che sostiene Ray Dalio su Bitcoin e il governo degli Stati Uniti. E una tassazione può frenare questa corsa a Bitcoin, ma non può bloccarla. Perché ormai gli investitori istituzionali sono talmente presi verso questo mercato emergente che difficilmente tornano sui loro passi. Poi non dimentichiamoci che la crisi economica generata dalla pandemia non fa altro che aumentare il disagio verso la carta moneta.

Conclusione 

Certo che le parole di Ray Dalio sul futuro del bitcoin negli Stati Uniti fa pensare parecchio. Tuttavia ci sembra strano il fatto che Washington possa mettersi contro la comunità crittografica. Una comunità che sta crescendo proporzionalmente alla crescita del prezzo del bitcoin. L’unico motivo che potrebbe spingere il governo a stelle e strisce a frenare BTC è il dollaro digitale. Infatti solo una moneta virtuale di stato potrebbe attutire il colpo. Eppure sarebbe difficile convincere gli investitori a rinunciare alla moneta del momento. Anche perché gli Stati Uniti non sono l’India. Le loro decisioni influenzano tutti gli stati occidentali, anche l’Italia. Quindi devono stare attenti a ciò che scelgono di fare.

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