Il capo della banca centrale libanese ha affermato che il paese sta preparando una valuta digitale nazionale per il debutto nel 2021. Secondo il governatore, il Libano progetta un suo CBDC. Un lavoro che fa parte di un “meccanismo di regolamentazione”. Per ripristinare la fiducia nel travagliato settore bancario del Paese. Inoltre, ad inizio anno la popolazione libanese si è riversata sulle criptovalute. Con l’obiettivo di arginare la crisi economica che ha spinto la “Svizzera del Medio Oriente” in default.
Libano in Default: evento senza precedenti
Come accennato, a marzo il governo di Beirut ha sventolato bandiera bianca. La crisi economica ha costretto il primo ministro Hassan Diab ad annunciare che il Libano non avrebbe pagato i propri debiti. Una svolta drammatica, vista la storia del Paese che ha sempre onorato i propri debiti. Anche durante i turbolenti anni vissuti: dalla sanguinosa guerra civile (1976-1991) al conflitto tra Israele ed Hezbollah (estate 2006). Le istituzioni non si sono mai tirate indietro, ed hanno restituito tutta ogni moneta.
L’inizio della caduta economica
Le cose nel Libano precipitano nel 2019. L’anno in cui la crisi economica è stata particolarmente grave. I conti pubblici erano arrivati a dei livelli disastrosi. Con il debito pubblico sopra il 170% del Pil. Così, il perno su cui si reggeva la finanza e l’economia del sistema libanese è saltato. E sul mercato nero la sterlina libanese è crollata. Nei confronti del dollaro americano. Perdendo oltre il 40% in pochi mesi.
Ma cosa è successo?
Per chi conosce la storia del Libano, sentire di una crisi economica fa strano. Perché, per chi non lo sapesse, Beirut si regge su di un paradosso. Sul fronte politico è il più instabile del Medio Oriente. Sul fronte finanziario è il più stabile, tanto da essere chiamata la “Svizzera del Medio Oriente”. Tanto che nel 2011, quando l’economia mondiale era in ginocchio, le banche libanesi macinavano profitti su profitti. Ma i problemi macroeconomici si presentarono in maniera irrimediabile.
Guerra siriana tra le cause della crisi
Nella primavera del 2011 è scoppiata la guerra nella vicina Siria. Che presumibilmente ha dato il colpo di grazia all’economia del Libano. Dove i profughi siriani si sono riversati nel Paese, cogliendolo totalmente impreparato. Le sue strutture libanesi alla fine non hanno retto alla pressione. E tutto il sistema è collassato in men che si pensasse. Nonostante avesse tenuto botta fino al 2018.
Bitcoin come soluzione alla crisi
Prima di dichiarare default, il governo libanese ha cercato di indurre i cittadini ad abbracciare Bitcoin (BTC) e altcoin. Per sfuggire al sistema bancario e proteggere i loro risparmi. La popolazione ha risposto positivamente. Tanto che Al Jazeera ha detto che la nazione stava vivendo un “boom di Bitcoin”. Nel frattempo, l’uso delle criptovalute per trasferire fondi dal Libano è diventato un affare redditizio per molti trader.
Libanesi preferiscono criptovalute
L’incertezza economica ha rinvigorito l’interesse nelle criptovalute fra i giovani libanesi. Secondo un sondaggio condotto a maggio su Twitter, il 57,5% della popolazione locale preferirebbe ricevere lo stipendio in Bitcoin (BTC). Piuttosto che in lire libanesi. Vedono nelle valute digitali una vera e propria soluzione. Inoltre, la crisi della valuta fiat in Libano ha fatto sì che Bitcoin venisse scambiato ben al di sopra dei prezzi medi di mercato.
Libano progetta un CBDC per il 2021
Per riprendersi la fiducia dei cittadini, Beirut ha deciso di affidarsi proprio alla moneta digitale. Infatti, il Libano prepara la valuta digitale della banca centrale per il lancio nel 2021. Il CBDC aiuterà il Libano a passare a un “sistema senza contanti”. Che consente una circolazione più fluida del contante a livello locale e all’estero. Almeno questa è la speranza del governatore della banca centrale. Chissà se queste mosse porteranno il Libano ad essere di nuovo la “Svizzera del Medio Oriente”.