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L’Italia lavora per un passaporto vaccinale su blockchain, mentre il resto del mondo già lo lancia

La speranza di tornare alla normalità è la priorità di tutti i paesi del mondo. L’Italia è stata tra le nazioni più colpite dalla pandemia. Tantissime sono state le vittime. Ma cercare di ripristinare la vita pre-covid è una necessità che chiedono in molti. Per questo motivo il governo lavora per raggiungere questo obiettivo. Infatti l’Italia è tra quei paesi che chiede all’Europa un passaporto verde vaccinale. Tuttavia alcuni paesi già hanno lanciato il pass e si sono buttati verso la normalità. 

I Paesi che lanciano il passaporto blockchain 

Prima di parlare dell’Italia e del passaporto verde vaccinale, vediamo cosa sta succedendo nel mondo. Diversi Paesi stanno lanciando, o stanno per lanciare, il certificato che attesti la vaccinazione per le persone. Parliamo ad esempio di New York e della Corea del Sud. Entrambe le nazioni hanno lavorato per consentire una normalità, seppur precaria, alla popolazione. Facendo in modo che si tornasse a vivere socialmente. Tuttavia i passaporti dei vaccini rimangono molto controversi.

Il caso di New York 

Ad inizio settimana vi abbiamo rivelato che lo Stato di New York ha lanciato un passaporto vaccinale basato su tecnologia blockchain. L’Excelsior Pass serve a distinguere i cittadini vaccinati da quelli non vaccinati. Il passaporto è rilasciato attraverso una piattaforma gratuita e volontaria. Che verifica le vaccinazioni covid-19 o i risultati negativi dei test tramite un codice QR. Per la scansione o la stampa da smartphone. L’Excelsior Pass ha lo scopo di assistere il processo di riapertura di attività commerciali. E luoghi pubblici in tutta New York. Inoltre il passaporto per le vaccinazioni di New York si basa sul Digital Health Pass su blockchain di IBM. Che consente di verificare e condividere in modo sicuro l’identità di un utente, la cronologia delle vaccinazioni e i risultati dei test. Senza rivelare informazioni personali non correlate.

Il caso della Corea del Sud 

Il secondo caso che andiamo a vedere ora è quello Corea del Sud. Il Paese si sta unendo a una serie di altre nazioni. Per l’introduzione di certificati di vaccino. Che consentono i viaggi transfrontalieri mitigando il rischio di infezioni. Infatti il governo sudcoreano introdurrà i passaporti dei vaccini basati su blockchain. Tramite un’app per smartphone alla fine di questo mese. Il governo ha sviluppato l’app utilizzando la tecnologia blockchain. Come un modo per fornire sicurezza contro la possibilità di furto di identità

Italia chiede il passaporto verde vaccinali 

A livello nazionale è aperto il dibattito sul Green Pass. Si cerca un equilibrio fra tutela dei diritti individuali e interesse pubblico alla riapertura. “Bisogna accelerare la discussione sul Green Pass. Per arrivare ad una soluzione prima dell’estate. In modo da permettere la mobilità in maggiore sicurezza”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. Intervenendo alla riunione del G7 dei ministri della Salute. Infatti al centro del dibattito nell’incontro del “gruppo dei 7” c’è stata la sanità digitale. E soprattutto il certificato vaccinale, sia a livello europeo, che su scala globale.

Come funzionerà il passaporto vaccinale? 

La Commissione europea ha presentato una proposta per creare un certificato digitale. Per facilitare la libera circolazione sicura dei cittadini nell’UE durante la pandemia covid-19. Il passaporto verde vaccinale è stato chiesto anche dall’Italia. L’obiettivo di questo documento è attestare che una persona è vaccinata per il covid-19; è negativo al test anti-covid; è guarito dal covid-19. Il passaporto viene consegnato solo se una persona possiede uno di questi requisiti. Inoltre le norme europee riguarderanno però solo gli spostamenti tra gli Stati membri. Il certificato verde digitale si basa su un codice QR. Che contiene una firma digitale per proteggerlo dalla falsificazione. Sarà gratuito, redatto nella lingua nazionale del paziente e in inglese. Valido in tutti i paesi dell’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

L’obiettivo del passaporto vaccinale

L’obiettivo del passaporto verde è quello di facilitare il libero movimento all’interno dell’Unione Europea. E quindi consentire viaggi e spostamenti tra i paesi membri. Anche in Italia si propone infatti con sempre maggiore insistenza la possibilità di sfruttare questo sistema. Per attestare l’avvenuta vaccinazione. Al fine entrare liberamente nelle palestre, bar, ristoranti, hotel, aeroporti. Molti dunque sostengono la necessità di riaprire al più presto. Sfruttando proprio il  sistema dei pass vaccinali. 

La posizione delle regioni italiane 

Il Lazio ha già pensato ad un attestato di certificazione. Per quanti hanno ricevuto sia il vaccino che la dose di richiamo. Per entrare in Sardegna in estate il governatore prevede di richiedere il possesso di un test negativo. Oppure di un certificato di vaccinazione.  Il Veneto si è schierato apertamente a favore del passaporto vaccinale. Come strumento indispensabile a consentire le riaperture. Anche per recuperare il troppo tempo perso a svantaggio dell’economia italiana. A causa dei ritardi nelle campagne vaccinali. Dunque la posizione delle regioni sembra essere a favore di un passaporto blockchain. Bisogna vedere se le questioni politiche verranno messe da parte o meno. 

La Commissione europea ha presentato una proposta per creare un certificato digitale. Per facilitare la libera circolazione sicura dei cittadini nell’UE durante la pandemia covid-19

Digitale Green Pass e la tutela dei diritti 

Se in Italia il passaporto verde vaccinale consente un minimo di ritorno alla normalità. Sono ancora da sciogliere importanti nodi riguardo la tutela dei diritti. In particolare in tema di rispetto dei principi della Costituzione e di tutela della privacy

  1. Nel primo caso c’è il pericolo della violazione dell’art. 32 della Costituzione italiana. Questa prevede che i trattamenti sanitari obbligatori possano essere imposti solo dal legislatore. L’introduzione di un passaporto vaccinale finirebbe per esercitare una coercizione psicologica sui singoli. Perché provoca restrizioni alla libertà di movimento delle persone non vaccinate. Con il rischio di trasformare la vaccinazione in un trattamento sanitario obbligatorio non previsto dalla legge.
  2. Nel secondo caso c’è il pericolo sui gravi rischi di discriminazione o di lesione di diritti fondamentali. Che potrebbe derivare da un trattamento non corretto dei dati sulla vaccinazione. Frenando il sorgere di spontanee iniziative a riguardo.

Conclusione 

Certamente un Digital Green Pass renderebbe la condizione normalizzata. Provare se una persona è stata vaccinata o meno è sicuramente sinonimo di sicurezza per gli altri. Ma anche piena libertà di muoversi all’interno del territorio europeo. Tuttavia come tutte le cose bisogna stare attenti a come vengono distribuiti questi passaporti. Non si capisce nulla sui vaccini, dove c’è chi salta la fila quotidianamente. Figuriamoci quando iniziano a distribuire una carta che gli consente di viaggiare. Sarà l’apoteosi dei furbetti. Per questo motivo ci auspichiamo che le istituzioni intervengano per evitare i “frega frega”. In Italia purtroppo siamo abituati a queste situazioni. Ma per una volta è bene se le cose vengano gestite in un certo modo. Almeno speriamo che sia così.

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