Lo Sri Lanka si manifesta contro le criptovalute. La Banca Centrale dello Sri Lanka (CBSL) ha emesso un avviso al pubblico. Sui vari rischi connessi agli investimenti in criptovaluta. Elencando quattro aspetti principali da tenere in considerazione. Quella del Paese è una posizione chiara, ma che non stupisce. Soprattutto nel vedere cosa sta accadendo nella vicina India. Dove il governo da tempo ha iniziato una crociata contro le valute digitali. Una presa di posizione che probabilmente ha contagiato il paese dell’Asia meridionale.
Lo Sri Lanka sulla scia dell’India
Lo Sri Lanka è uno Stato insulare che si trova in Asia meridionale. E occupa l’omonima isola al largo della costa sud-orientale del subcontinente indiano. Per la sua forma particolare e la sua vicinanza alla costa indiana è soprannominata lacrima dell’India. Per questo motivo facciamo il parallelismo con la situazione indiana legata alle criptovalute. Infatti sono note le prese di posizione dell’India in merito alle valute digitali.
Recentemente abbiamo parlato che bitcoin e le criptovalute potrebbero diventare presto illegali. Infatti il governo vuole mettere al bando il possesso, gli investimenti e il mining di monete digitali. Un’ostilità nata dalla Reserve Bank of India (RBI) circa 3 anni fa. Procrastinata per anni ed anni. Dando vita ad una battaglia giudiziaria in cui la Corte Suprema indiana ha revocato il divieto di RBI sulle criptovalute. Ma di fatto la situazione non si è mai calmata. Dove l’India si è sempre mostrata contraria all’investimento di criptovalute. Mettendosi più volte di traverso agli investitori di criptovaluta.
Sri Lanka contro le criptovalute
La banca centrale dello Sri Lanka mette in guardia il pubblico sui rischi di investire in criptovalute. L’istituzione finanziaria ha dato il avvertimento tramite un avviso pubblicato sulla sua pagina ufficiale. Secondo la banca investire in criptovalute come bitcoin, Ethereum e Litecoin comporta rischi significativi. Poiché non ci sono garanzie normative riguardanti gli investimenti e l’utilizzo di criptovalute nel paese. L’avvertimento ha anche rilevato che la crittografia è stata ottenuta tramite scambi, mining o offerte iniziali di monete (ICO). Tuttavia nessuna di queste attività legate alle criptovalute è autorizzata a operare in Sri Lanka. Sottolineando la condizione illegale della crittografia nel Paese.
Quattro rischi da tenere conto
La banca centrale dello Sri Lanka è contro le criptovalute e ha elencato quattro aree. Che potrebbero essere rischiose per le persone che investono in criptovaluta.
- Il primo implica la mancanza di uno specifico ricorso legale o regolamentare per gli investitori. In caso di domande o controversie relative ai loro investimenti.
- In secondo luogo, la diffusa sfiducia dell’elevata volatilità del valore delle criptovalute. Ha portato la banca ad avvertire i trader della loro esposizione a perdite finanziarie potenzialmente ingenti.
- In terzo luogo, la banca afferma che esiste un’alta probabilità che le criptovalute siano associate ad attività criminali. Inclusi il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro. Lo Sri Lanka, negli ultimi anni, è stato riconosciuto dalla Financial Action Task Force per i suoi sforzi per reprimere i rischi di riciclaggio di denaro. E ha assicurato la sua esclusione dalla cosiddetta “lista grigia” delle giurisdizioni problematiche.
- L’ultimo avvertimento implica la possibile violazione da parte dei commercianti della legge sul cambio del paese. La banca ha rilevato che le persone che acquistano criptovaluta da scambi di criptovalute all’estero. Possono violare i regolamenti sui cambi dello Sri Lanka.
La diffidenza verso la crittografia
Non solo lo Sri Lank si è manifestato contro le criptovalute. Diversi regolatori si sono mostrati diffidenti verso la crittografia. Questo principalmente con la crescita del mercato trascinata da bitcoin. Infatti diversi regolatori in tutto il mondo hanno emesso avvertimenti in merito agli investimenti in criptovaluta. Consigliando agli investitori al dettaglio di effettuare ricerche prima di investire i propri soldi nel mercato in continua crescita.
E’ normale che i Paesi vogliano tutelare i propri cittadini. Ma un conto è avvertire e sottolineare il rischio che un investimento di bitcoin comporta. Un altro è vietare per legge l’acquisto di criptovalute. In questo caso i legislatori non vogliono tutelare i propri cittadini. Ma vogliono tarpare le ali ad un mercato in crescita.
Un atteggiamento del genere mi sa tanto del proibizionismo americano degli anni Venti. Quando Washington aveva vietato la fabbricazione, la vendita, l’importazione e il trasporto di alcool. Una legge durata fino al 1933 che amplificò solamente il commercio illegale. Tanto che Al Capone sfruttava proprio il proibizionismo per fare soldi. Questo esempio è per dire che il divieto fa bene alla criminalità. Perché la alimenta a dismisura. Infatti i governi pensano che con una legge che vieta l’investimento di criptovalute risolvono i problemi. Ma non è così. Ci vuole senza dubbio una legge, ma che regola il mercato. Non che lo cancelli. Perché altrimenti hai il risultato contrario di quello che auspichi.