Dal Sudafrica arriva una denuncia sulle norme crittografiche. Le società sudafricane lamentano regolamentazioni crittografiche poco chiare. Infatti le aziende minacciano di spostare le operazioni all’estero. Se i legislatori non forniscono chiare linee guida normative. Questa è una situazione che non riguarda solo il paese sudafricano. Ma un pò tutto il mondo. Infatti per molti Stati la regolamentazione crittografica su blockchain e criptovalute è inesistente. L’incertezza e la costante evoluzione del quadro giuridico non aiuta l’evoluzione e la promozione di società crypto.
Regole chiare o “ciao Sudafrica”
In Sudafrica è partita una denuncia concreta in merito alle norme crittografiche. La paura di essere coinvolte in attività illegali dovute da regolamentazioni poco chiare ha fatto prendere una posizione netta. Infatti le società di criptovalute sudafricane hanno lanciato un “out out” al proprio paese. Minacciano di trasferirsi all’estero. E tagliare un bel pò di finanza in entrata al Sudafrica. Questo se i legislatori locali non sono in grado di fornire chiarezza normativa. Al proprio settore nazionale delle risorse digitali.
Il governo è “incredibilmente lento”
Il CEO della piattaforma di investimento crittografico locale Revix ha detto la sua in merito alla calda questione. Intanto annuncia che il suo programma è di trasferire la propria sede centrale nel Regno Unito. Inoltre descrive il governo sudafricano come “incredibilmente lento”. Nel chiarire le linee guida normative per l’industria delle criptovalute. Le sue parole sono:
“Questo porta le aziende a guardare a livello internazionale. In un ambiente non regolamentato, un cliente arriva giustamente alla nostra piattaforma con scetticismo. Il Sudafrica sembra andare nella direzione opposta. Rispetto ad alcuni dei pionieri e innovatori del mercato più sviluppati in questo spazio”.
Embargo bancario un altro problema
Oltre alla denuncia del norme crittografiche in Sudafrica c’è un’altra questione aperta. Le società di criptovalute sudafricane affermano che le istituzioni finanziarie del paese non sono disposte a fornire loro servizi bancari. Avvertono che l’apparente embargo bancario soffocherà l’adozione locale. Infatti dicono che questo atteggiamento chiuso rende molto difficile per i clienti acquistare Bitcoin con la loro valuta fiat locale.
Una situazione a metà
Non è la prima volta che parliamo di regolamentazione legata al Sudafrica. A novembre il regolatore del Sudafrica ha proposto nuove norme crittografiche. Per assoggettare le piattaforme di scambio e investimento di criptovalute. Secondo la Financial Sector Conduct Authority (FSCA) le società crittografiche hanno gli stessi standard delle istituzioni finanziarie tradizionali. Infatti la legislazione non propone di regolamentare le criptovalute. Ma di regolamentare i fornitori di servizi crittografici. Nel tentativo di arginare una recente ondata di truffe crittografiche nel paese. Questa è una situazione incerta. A metà strada tra un settore regolamentato e uno no.
Criptovalute come prodotti finanziari, ma sono sospette
Le nuove norme crittografiche del Sudafrica classificano le criptovalute come prodotti finanziari. Questa classificazione porta tutti i servizi di investimento. Ma anche di trading e consulenza crittografica. Sotto la giurisdizione regolamentare della FSCA. Queste norme crittografiche in Sudafrica non significano che le criptovalute sono riconosciute come denaro. Le criptovalute sono altamente sospette nel paese. Le autorità mirano ad arginare la marea di truffe di criptovaluta. Che hanno attraversato il paese negli ultimi tre anni.
Sudafrica fra le prime 5 nazioni di possessori di criptovaluta
Il Sudafrica è fra le prime 5 nazioni sul possesso di criptovaluta. Questo grazie all’inclusione finanziaria. Che dimostra che il 10,7% degli utenti di Internet sudafricani investe in bitcoin. La regione del continente nero traina l’intera Africa. Inoltre si è scoperto cheil Sudafrica ha la più alta percentuale di proprietà o utilizzo di criptovaluta. Tra gli utenti di Internet in Africa con il 13%. Seguito immediatamente dalla Nigeria con l’11%. Bitcoin per molti significa liberazione. Rappresenta una via di fuga per assicurarsi un futuro più prospero. E non focalizzato sull’enorme inflazione.
Lentezza delle regolamentazioni crittografiche
Molti esperti ritengono che gli ultimi due anni siamo stati testimoni di un miglioramento significativo. Per quanto riguarda la regolamentazione blockchain. Con un atteggiamento propositivo nei confronti del denaro digitale. Tuttavia è impossibile non accorgersi dell’enorme lentezza del processo legislativo. Una lentezza che danneggia l’intero settore. Perché porta le aziende inevitabilmente ad allontanarsi dal mercato. O lavorare in ombra, sul filo dell’illegalità.
Più criptovalute e più regolamentazione
Le istituzioni stanno guardando più da vicino i grandi scambi centralizzati. E c’è un motivo ben specifico se lo fanno. Ovvero perché le criptovalute raccolgono più attenzione. E l’uso di criptovalute diventa più diffuso. Dunque, per intenderci, più aumenta la circolazione crypto. E più i governi devono regolamentare il mercato. Ma questo non è un male, anzi. Va sottolineato che ogni paese ha la propria legislazione. E la legge viene imposta in base alla struttura normativa di ogni paese. L’applicazione di norme non significano la fine delle valute digitali. Anzi proprio il contrario. E’ infatti la legge che rende più forte e sicuro un settore. Eliminando incertezza, dubbi, paure e truffe.
Conclusione
Proprio in un uno spazio in espansione come quello delle criptovalute. E’ facile trovarsi qualche sconosciuto più abile di noi. Nel destreggiarsi con il mondo del denaro virtuale online. Il mercato nonostante è in rapida ascesa è particolarmente vulnerabile. Questo perché non ha ancora una regolamentazione definitiva. Infatti il profumo del guadagno facile può portare diverse persone a scontrarsi. Con truffe o errori di vario genere. La volatilità del mercato può provocare incredibili alti. Ma anche incredibili bassi. E non è impossibile che agenti esterni si infilano nella rete. E soffiano le valute digitali sotto il naso.
La prudenza non è mai troppa. Ma spesso non basta da sola. I governi devono intervenire. E lo devono fare in fretta. Non possono lasciare un settore completamente orfano di norme costituite. Devono tutelare i cittadini e le loro attività. Adesso è il momento di agire. Vediamo se nei prossimi mesi qualcosa si muove. E se gli stato capiscono l’importanza delle norme su valute digitali. Continuate a seguirci per sapere novità!