Le implicazioni dello yuan digitale sulla scena geopolitica saranno di vasta portata. Dal Center for a New American Security (CNAS) arrivano notizie non rassicuranti in merito alla valuta digitale della Banca Popolare Cinese. Pare infatti che lo yuan digitale cinese sia uno strumento pensato e creato per la censura ed il controllo. A rivelarlo, secondo l’istituto, è una presentazione PowerPoint del 2018 in Cina. E sono sicuri che la moneta digitale è progettata per consentire la sorveglianza di tutte le transazioni finanziarie in tutto il mondo. Adesso gli Stati Uniti devono ripensare la loro politica sul CBDC?
Yuan Digitale: Tra test e sperimentazioni
A fine 2020 avevamo messo in dubbio l’effettiva efficacia dello yuan digitale (Il futuro della Cina si chiama Yuan Digitale: ma se fosse un bluff?). Infatti, nonostante i molteplici test: nella città di Shenzhen, il progetto pilota di Suzhou, ed i 20 milioni di yuan digitale distribuiti. Abbiamo ipotizzato che la valuta digitale della banca popolare cinese fosse un bluff per primeggiare nel mercato finanziario e digitale. Come quando, ad esempio, Davide va scuola e dice “io questa figurina ce l’ho” ma non la fa mai vedere. Però l’idea che gli altri pensino che Davide abbia quella figurina così introvabile li fa agitare. Ma le cose possono essere più complesse e pericolose per la privacy delle persone.
Yuan digitale cinese creato per la censura
Il rapporto del Center for New American Security (CNAS) non lascia scampo a dubbi. La Cina come sappiamo bene è leader mondiale nello sviluppo e nel pilotaggio di una Central Bank Digital Currency (CBDC). Con questo vantaggio arriva un maggiore controllo e preoccupazioni per gli effetti di uno yuan digitale. La valuta digitale potrebbe essere una seria minaccia per la privacy ed il potere politico degli altri stati. Nel rapporto si legge:
“Questo sistema CBDC, che il governo cinese chiama Digital Currency / Electronic Payment (DCEP). Probabilmente consentirà al Partito Comunista Cinese (PCC) di rafforzare il suo autoritarismo digitale a livello nazionale. Ed esportare la sua influenza e la definizione degli standard all’estero. Eliminando alcuni dei precedenti vincoli sulla raccolta di dati governativi sulle transazioni di privati cittadini. DCEP rappresenta un rischio significativo per gli standard di privacy finanziaria sostenuti da tempo nelle società libere”.
Il Center for a New American Security o CNAS è stato fondato nel 2007. E’ un’organizzazione specializzata nei problemi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Il CNAS si concentra sul terrorismo e sulla guerra irregolare. Sul futuro delle forze armate statunitensi e sull’emergere dell’Asia come centro di potere globale. Ma anche sulle implicazioni per la sicurezza nazionale del consumo di risorse naturali. Il CNAS è relativamente piccolo, con circa 30 dipendenti e un budget inferiore a 6 milioni di dollari.
Le ambizioni geopolitiche della Cina
Secondo il documento, il nuovo CBDC in fase di sviluppo promuove le ambizioni geopolitiche della Cina. Annunciato come un progresso simile ad altri campi tecnologici emergenti come l’IA o la robotica. E come sottolinea il rapporto: il “passaggio a un renminbi completamente digitale sia innegabilmente epocale”. Soprattutto perché stiamo parlando della seconda economia più grande al mondo. Che vuole diventare a tutti i costi la prima economia globale.
I dati sensibili nelle mani di Pechino
Il rapporto del CNAS discute di come il governo cinese stia cercando maggiori informazioni sui propri consumatori. Con l’avvento dei pagamenti digitali da parte di società private. Secondo il documento, le transazioni verranno autenticate immediatamente. Inoltre “forniranno una serie di dati che nessun altro governo è mai stato in grado di raccogliere in modo efficiente”. Un allarme che il CNAS aveva già lanciato, parlando dell’uso delle valute digitali. Con raccomandazioni sui modi in cui gli Stati Uniti possono fare scelte politiche. Per rispondere ai problemi di criptovalute come Bitcoin o CBDC.
La privacy è a rischio
Per quanto riguarda l’anonimato, il documento spiega il concetto di privacy per DC/EP come “anonimato controllato”. Che al momento dell’elaborazione è stato spiegato come un sistema di “front-end volontario, back-end vero nome”. Secondo il rapporto del CNAS, i dettagli sono scarsi riguardo a progetti o modi specifici. In cui i cinesi sarebbero in grado di determinare l’identità o tracciare le transazioni. Tuttavia è un problema a cui bisogna pensare il più in fretta possibile. In quanto tutti i metadati raccolti potrebbero fornire informazioni sui movimenti personali e dei dispositivi degli utenti.
Le raccomandazioni del CNAS
Secondo quanto appena detto, la CNAS è convinta che se gli Stati Uniti non prendono provvedimenti, rischiano il primato mondiale. Ma soprattutto la PBOC diventerà un possessore di una raccolta di dati significativa. Da combinare con i suoi strumenti per censurare e sorvegliare gli individui. Per questo motivo l’organizzazione non solo ha elencato i rischi di una censura dello yuan digitale cinese. Ma il documento offre diverse raccomandazioni, tra cui
- un’iniziativa diplomatica contro la Cina per incoraggiare a non utilizzare il suo nuovo sistema DC / EP per misure punitive;
- monitorare i rischi della raccolta di dati sulle persone statunitensi da parte del sistema;
- gli Stati Uniti devono guidare la definizione degli standard per i CBDC a livello internazionale.
I CBDC sono davvero un rischio?
I CBDC potrebbero essere visti come un modo per i cittadini di avere la funzionalità del denaro digitale. Invece di usare le criptovalute che sono senza autorizzazione governativa. Questa convinzione psicologica potrebbe far pensare che i CBDC sono una sorta di criptovaluta raccomandata. Ma non è così. Abbiamo già spiegato la differenza tra uno yuan digitale (ma anche euro digitale) ed un bitcoin. Mentre il primo è centralizzato, il secondo è centralizzato. Questo è bene tenerlo in mente, perché nel primo caso possiamo essere veramente controllati in tutto e per tutto dallo stato. Mentre nel secondo caso abbiamo quella sorta di “anonimato tracciabile”.
Conclusione
In un periodo storico in cui il denaro sta sempre diventato più digitale. Le opportunità di imprimere valori ad una società ed educarla al nuovo sistema monetario sono in palio. Non sappiamo quanto possa essere utile a lungo termine la risposta occidentale allo yuan digitale cinese. Ma sicuramente un dollaro digitale o un euro digitale può essere la risposta più immediata. Per tenere sotto controllo il potere della Cina. Ma soprattutto vedere se lo yuan digitale cinese è davvero l’ultimo strumento di censura del nuovo millennio.
Ricordiamoci sempre che il rapporto arriva da un’organizzazione statunitense, implicata con il governo di Washington. Con questo non vogliamo dire che il documento dichiara il falso. Ma semplicemente che gli Stati Uniti sono dietro alla Cina riguardo la digitalizzazione e le nuove innovazioni. Lanciare un campanello d’allarme potrebbe scoraggiare i cittadini all’uso dello yuan digitale.
Tuttavia, per i più svegli, questo rapporto non dovrebbe essere una novità. Nel senso che la Cina è pur sempre un dittatura. E nelle dittature il controllo e la censura sono all’ordine del giorno. Come possiamo pensare che una dittatura emetta una valuta digitale completamente anonima? Sarebbe da folli. E’ normale che Pechino voglia controllare, è nel suo DNA. Ma così anche gli altri Stati. Nonostante apparentemente si coprono dietro la parola “democrazia”.
Se la Banca Centrale Europea emetterà un euro digitale, anche in quel caso potremmo essere controllati. E voi ci direte: “ma allora non c’è differenza tra democrazia e dittatura?”. La differenza è che in Cina, se sgarri, le misure punitive sono esemplari. Mentre in Europa o negli Stati Uniti ce ne usciamo con una multa, spesso mai pagata. D’altronde questo il covid ce lo ha insegnato bene.