Due tribù indigene della regione settentrionale del Brasile hanno unito le forze per creare una criptovaluta. Il loro obiettivo è la sopravvivenza e avere accesso a un reddito normale, dopo l’indifferenza mostrata dal governo. Le due tribù sono note per le loro rivalità ancestrali. Eppure hanno raggiunto una quadra. Per superare le difficoltà economiche, salvare la loro cultura e preservare la foresta pluviale amazzonica.
Bolsonaro contro le tribù indigene
L’attuale presidente brasiliano Jair Bolsonaro è noto per i suoi commenti dispregiativi e razzisti sui popoli indigeni del paese. In cui ha manifestato la volontà di sterminare le popolazioni indigene. Come fecero gli americani con gli indiani. Inoltre si è sempre mostrato contrario a dare risorse alle tribù. Ha lavorato attivamente per diminuire i vantaggi legali delle popolazioni indigene.
Criptovaluta come anello di congiunzione
Data la situazione, le tribù indigene storicamente rivali si sono unite per dare forma ad una criptovaluta. L’obiettivo è proprio quello di uscire dalle dinamiche governative ed essere autonome. Ed è stata proprio la valuta digitale lo strumento di unione. Per dare vita ad una storica e sorprendente collaborazione. I benefici della moneta virtuale andranno alle tribù Surui Paiter e Cintas-Largas. Queste sono sparse negli stati di Rondônia e Mato Grosso.
Criptovaluta come arma di protesta
Il white paper della criptovaluta delle tribù indigene ha anche una componente di protesta politica. Di fronte a un governo che rifiuta di sostenere la sua gente, le persone si sono “armate”. E hanno deciso di organizzarsi per creare la propria economia indipendente. Nel comunicato c’è scritto:
“Siamo stati lasciati soli dal governo federale durante la pandemia di coronavirus. Blockchain è la nostra arma oggi e OYX è il mezzo per intraprendere e vincere questa guerra senza spargimento di sangue. La gente di Cinta-Larga e Surui non accetterà di essere soggiogata dalle politiche di questo governo”.
Criptovaluta indigena: 10 milioni di token con 10 real brasiliani
La criptovaluta creata dalle tribù indigene è un token di utilità denominato OYX. È stato creato dall’imprenditore nativo indigeno Elias Oyxabaten Surui. La speranza è quella di emettere 100 milioni di token con un prezzo di vendita iniziale di 10 real brasiliani ciascuno. Il ricavato consentirà alle tribù di acquisire gli strumenti di cui hanno bisogno per vivere. L’imprenditore ha poi aggiunto:
“L’intenzione è quella di raccogliere fondi e proteggere la nostra cultura. I fondi generati dal token OYX saranno utilizzati per costruire un centro culturale. E mantenere progetti nelle regioni in cui vivono le popolazioni indigene. Oltre a garantire reddito minimo, sicurezza alimentare e integrazione dei villaggi. Creando un effetto sindacale e una struttura che consenta lo sviluppo degli altri progetti”.
Le funzioni della criptovaluta indigena
Una delle idee alla base dell’emissione di un token digitale è la facilità di controllare una donazione:
- impediscono qualsiasi pratica corrotta
- i donatori possono essere certi che i loro soldi stanno raggiungendo l’obiettivo che avevano in mente.
Inoltre le persone possono sapere esattamente quanto hanno ricevuto e per cosa sono stati spesi i fondi.
Criptovaluta indigena tutela anche il Brasile
Il manifesto sulla creazione del token OYX sottolinea anche che tale misura è vantaggiosa per il governo brasiliano. Afferman che la criptovaluta delle tribù indigene “protegge gli interessi del governo brasiliano. Poiché ogni transazione è registrata sulla blockchain. L’Unione sarà in grado di verificare facilmente se una determinata risorsa è acquisita legittimamente o no”.
Brasile lavora per un CBDC
Ricordiamo inoltre che il Brasile ha intenzione di lanciare la propria valuta digitale. Come abbiamo scritto nella crypto news, il ministro dell’economia ha confermato che il Brasile avrà il suo CBDC. Il Paese effettuerà presto l’emissione di una valuta digitale della banca centrale. L’obiettivo del Paese è quello di superare gli altri, ed aggiudicarsi il primo posto. Inoltre, il real digitale non prenderà il posto del cartaceo.