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SEC cita in giudizio Ripple e il prezzo di XRP scende del 16%

La SEC degli Stati Uniti ha nel mirino la società Ripple ed è pronta a portarla in tribunale. A rivelare le intenzioni dell’autorità di regolamentazione degli Stati Uniti è il CEO di Ripple Brad Garlinghouse. Cha ha dichiarato che la società sarà citata in giudizio dalla Securities and Exchange Commission. Per aver violato le leggi sulla protezione degli investitori. Dopo questa rivelazione, il prezzo del token XRP è crollato del 16%

SEC contro Ripple: giudizio in arrivo 

La SEC degli Stati Uniti è pronta a sfidare in tribunale Ripple. Di contro la startup di pagamenti si sta preparando a combattere le accuse provenienti dall’autorità di regolamentazione. A rivelare l’accaduto è stato il CEO di Ripple Brad Garlinghouse. Che ha affidato a Twitter il suo rammarico e a dato modo di alimentare l’opinione pubblica sulla questione. Garlinghouse definisce la mossa un attacco all’intero settore

L’accusa della SEC degli Stati Uniti a Ripple 

La notizia di un possibile giudizio della Securities and Exchange Commission è stato dato dal quotidiano Fortune. La SEC dovrebbe accusare la società Ripple di San Francisco di aver venduto titoli non registrati. Quando ha venduto il token digitale XRP agli investitori di tutto il mondo. Sia Garlinghouse che il co-fondatore Chris Larsen dovrebbero essere nominati come imputati nella possibile causa legale.

Lo sfogo di Garlinghouse contro la SEC 

Le parole al veleno di Brad Garlinghouse non finiscono qui. Il CEO di Ripple ha messo nel calderone anche bitcoin ed ethereum. Affermando che BTC e ETH sono entrambi sfuggiti all’applicazione della SEC. A causa della loro natura decentralizzata. Inoltre ha garantito che Ripple continuerà ad usare XRP e che la società è pronta per una battaglia legale con la SEC. Ha infatti rivelato:

“Oggi, la SEC ha votato per attaccare le criptovalute. Il presidente Jay Clayton – nel suo atto finale – sta scegliendo i vincitori e sta cercando di limitare l’innovazione statunitense nel settore delle criptovalute a BTC ed ETH.

Sappiamo che le tecnologie crittografiche e blockchain non stanno andando da nessuna parte. Ripple ha e continuerà a utilizzare XRP perché è la migliore risorsa digitale per i pagamenti: velocità, costi, scalabilità ed efficienza energetica. È scambiato in oltre 200 borse a livello globale e continuerà a prosperare.

La SEC – al passo con gli altri paesi del G20 e il resto del governo degli Stati Uniti – non dovrebbe essere in grado di scegliere come si presenta l’innovazione (soprattutto quando la loro decisione va a beneficio diretto della Cina). Non commettere errori, siamo pronti a combattere e vincere: questa battaglia è solo all’inizio.

Su Twitter il CEO di Ripple ha definito la mossa della SEC un attacco all'intero settore delle criptovalute e si è scagliato contro BTC e ETH.
Il tweet di Brad Garlinghouse, CEO di Ripple

Si vuole davvero restringere il mercato? 

Le parole del CEO di Ripple sono arrivate forti e chiari. Il suo timore infatti è proprio quello di vedere il mercato delle criptovalute ricucito solo con due valute. Sicuramente promuovere BTC ed ETH e fare terra bruciata intorno alle altre valute digitali non sono quanto valga la pena. Se davvero fosse così, le autorità si metterebbero contro la comunità crittografica. Perché non si tratta solo di allontanare le monete incentrate sulla privacy come Monero. Ma tutte quelle che apparentemente sono a favore di normative. 

Una punizione a Ripple? 

Forse il motivo più naturale per cui la SEC degli Stati Uniti vuole citare in giudizio Ripple è quello di “punirla”. Infatti non è nuova la notizia che Ripple ha intenzione di lasciare San Francisco. La crescente frustrazione per la mancanza di chiarezza normativa sta portando la società fuori il territorio americano. Tra i paesi pronti ad accogliere la società crittografica c’è il Giappone, ma anche Singapore e l’Europa. 

Un accordo tra le parti

Certamente un accordo tra le parti in causa sarebbe l’ideale. Sia per la SEC degli Stati Uniti che per Ripple. Tuttavia questo accorda sembra come un’oasi nel deserto. Ricordiamo che questo è l’ennesimo scontro tra il regolatore e la società crittografica. Infatti Ripple è al centro di una serie di azioni legali collettive. In cui si afferma che l’azienda ha venduto il suo token XRP in un’offerta di titoli non registrata.

Staremo a vedere come finirà questa partita. E soprattutto se ci sarà davvero un vincitore o ci saranno solo dei vinti.

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