Google Pay e PhonePe di Walmart sono imperanti in India e continuano a dominare il settore dei pagamenti digitali. Il mercato è basato sulla Unified Payments Interface (UPI) del paese. Ovvero un’infrastruttura di pagamento condivisa avviata dallo stato e cui si uniscono 200 banche indiane. In questo scenario, il governo indiano non riesce a venire a capo di un quadro normativo sulle criptovalute.
La Unified Payments Interface (UPI) è un sistema di pagamento istantaneo in tempo reale che facilita le transazioni interbancarie. E’ stato sviluppato dalla National Payments Corporation of India nel 2016 e regolamentato dalla banca centrale indiana, la Reserve Bank of India. È possibile utilizzare qualsiasi app client UPI. E più conti bancari possono essere collegati a una singola app. UPI è pubblicizzata come una delle principali storie di successo fintech in India. La rete è uno dei pochi esempi in cui lo stato ha guidato l’innovazione nei servizi finanziari.
I pagamenti digitali in India sono di Google e Walmart
Quello di Google Pay e Phone Pe è un dominio indiscusso. Almeno secondo i dati rilasciati dall’organo di governo di UPI, la National Payments Corporation of India (NPCI). Google Pay rappresenta circa il 45% del volume delle transazioni di UPI. Mentre PhonePe è arrivato secondo con poco più del 41% di transizioni.
Il numero delle transazioni
La rete UPI ha registrato oltre 2 miliardi di transazioni il mese di novembre. Rispetto a 1,2 miliardi di transazioni nel novembre 2019. Il sistema di pagamento solo mobile ha aiutato a effettuare le transazioni. Registrando un totale di 240 miliardi di dollari USA durante i 37 mesi di attività a partire dal 2016. Secondo gli ultimi dati della banca centrale, il conteggio complessivo delle transazioni per i pagamenti digitali in India è di oltre 34 miliardi per l’anno fiscale in corso.
Gli altri servizi di pagamento digitale
Ovviamente il servizio dei pagamenti digitali in India non è dato solo da Google e Walmart. Infatti l’elenco della rete UPI include anche altri nomi di spicco del settore. Tra cui Paytm Payments Bank, AmazonPay e Whatsapp Pay. Tuttavia la loro crescita sembra essere stata lenta finora nel mercato indiano. Ad esempio Whatsapp ha ricevuto l’approvazione a giugno per il lancio di servizi di pagamento in India. Ma finora è riuscita a conquistare solo lo 0,31% circa della quota di mercato.
India vuole rendere il mercato più competitivo
Il dominio di Google e Walmart nel mercato dei pagamenti digitali non sembra a genio all’India. Per questo motivo l’NPC intende ostacolare la loro scalata. Infatti ha annunciato a novembre che nessuna singola app sarebbe stata autorizzata a rappresentare oltre il 30% delle transazioni UPI su base continuativa. Il limite dovrebbe entrare in vigore a partire da gennaio 2021. Ma i rapporti locali indicano che c’è poca chiarezza su come l’NPCI intende applicarlo.
Confusione (anche) nel settore crittografico
La poca chiarezza in India regna anche in merito alle criptovalute. Abbiamo parlato più volte dello stato confusionario del mercato delle risorse digitali. Prima il governo aveva vietato l’uso delle valute virtuali. Poi la Corte Suprema ha revocato il divieto. Mentre adesso si vocifera un ritorno al passato e un altro divieto normativo sulle criptovalute in India. Questa situazione incerta è sconfortante per tutto il settore crittografico. Per questo motivo è importante che i legislatori si rendano conto che è importante dare delle norme chiare e vigenti. Staremo a vedere si il 2021 sarà di monito.