La Securities and Exchange Commission della Thailandia ha rivisto le sue regole crittografiche. Soprattutto per quanto riguarda il capitale netto delle risorse digitali. Le società di valori mobiliari thailandesi sono ora autorizzate a contare le criptovalute come fondi di capitale. Le nuove norme seguono un aumento dei volumi sugli scambi thailandesi.
Nuove regole per le aziende crittografiche
La SEC della Thailandia cambia le carte in tavola. Ora consente alle aziende che si occupano di risorse digitali di includere il valore di tali risorse nel calcolo dei loro fondi di capitale netto. Il rapporto è stato annunciato dal Bangkok Post poche ore fa. In cui si è affermato che le nuove regole crittografiche in Thailandia seguono un aumento dei volumi sugli scambi.
Boom dei volumi sugli scambi
L’impennata degli scambi probabilmente non è stata casuale. Infatti, il quotidiano thailandese afferma che il merito è stato delle elezioni presidenziali. Perché la Borsa della Thailandia ha visto il valore degli scambi di un giorno raggiungere i 5,5 miliardi di dollari. Mentre i contratti futures sulle borse dei futures thailandesi sono aumentati a 1 milione al giorno.
L’obiettivo delle nuove regole
Le nuove regole mirano a sostenere l’aumento dei volumi di scambio. Consentendo ai broker di titoli e derivati di aumentare la loro gestione della liquidità. Inoltre, la nuova normativa prevede una detrazione basata sulla qualità dei beni. “L’importo massimo calcolabile per le risorse digitali sul capitale netto di un’azienda è il 50% del valore patrimoniale”. Ha osservato il rapporto.
Le richieste della SEC alle aziende crypto
La SEC ha inoltre avanzato delle richieste alle società di intermediazione mobiliare che gestiscono servizi di risorse digitali.
- Chiedendo loro di: mantenere oltre l’1% delle risorse digitali dei clienti nei cold wallet;
- mantenere oltre il 5% delle risorse nei sistemi di archiviazione online come gli hot wallet.
Thailandia supporta l’industria crittografica
Il governo thailandese ha emendato le normative locali al fine di supportare la crescente industria nazionale delle criptovalute. Nell’agosto 2020, la SEC thailandese ha concesso quattro licenze provvisorie all’exchange sudcoreano UpBit. Consentendo all’azienda di fornire servizi di crittografia ai clienti in Thailandia.
Thailandia si apre alle criptovalute
Sembrano lontani i tempi quando la Thailandia ostacolava il mercato crittografico. Infatti, circa due anni fa, l’industria delle criptovalute era quasi impraticabile. Ma le cose, come abbiamo visto, sono cambiate in questi 24 mesi. Tanto che ormai è innegabile che la Thailandia vuole diventare un paese accogliente per le società di valute digitali. Chissà chi deciderà di investire nel mercato thailandese. Siamo convinti che Ripple sia tra le prime aziende. Ve lo racconteremo con una nostra notizia su criptovalute. E voi che dite?