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Tra innovazione e restrizioni: la vita della comunità crittografica nigeriana non è facile

Sempre più nigeriani preferiscono ricorrere a bitcoin. La comunità vede nelle criptovalute lo strumento perfetto per conservare i loro risparmi. Tuttavia per loro la strada verso la felicità crittografica non è semplice. Infatti la banca centrale della Nigeria ha imposto delle restrizioni sulle criptovalute. Con ciò il settore finanziario adesso ha le braccia legate. E non può facilitare le transazioni crittografiche. Questo arriva dopo il boom di bitcoin nel paese e alla svalutazione della valuta fiat nigeriana. 

Settore bancario nigeriano sotto scacco 

La banca centrale della Nigeria ha imposto le restrizioni sulle criptovalute su tutto il settore bancario del paese. In particolare, la Central Bank of Nigeria o CBN ha messo i “punti sulle i”. Infatti ricorda alle istituzioni finanziarie regolamentate un regolamento restrittivo del 2017. Questo vieta loro di facilitare le transazioni di criptovaluta o di facilitare i pagamenti per gli scambi. In un comunicato stampa inteso a mostrare la logica delle restrizioni. La banca precisa: 

“Le criptovalute sono diventate adatte per condurre molte attività illegali. Tra cui riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo, acquisto di armi leggere e di piccolo calibro ed evasione fiscale. In effetti molte banche e investitori che attribuiscono un valore elevato alla reputazione sono stati esclusi dalle criptovalute. A causa degli effetti dannosi dell’uso diffuso delle criptovalute per attività illegali”.

La comunità accusa CBN di ignorare il mercato 

Limitando la capacità degli investitori di lavorare attraverso le tradizionali stanze di compensazione finanziarie nigeriane. Per acquistare, vendere o scambiare criptovaluta. La banca ha ignorato l’evidente popolarità del trading di criptovaluta all’interno del paese. E ha avanzato alcune argomentazioni. Che i sostenitori della criptovaluta considerano errate

  • La CBN afferma che la Cina ha vietato allo stesso modo tutte le criptovalute. Il che non è proprio così, in quanto loro hanno uno scopo ben preciso. 
  • La CBN menziona Warren Buffett e la sua passata animosità verso le criptovalute. Questo per sostenere la sua tesi. Ma le parole di Buffett appartengono ormai al passato. Cosa che la banca non sa, o almeno finge di non sapere. 

Nigeria contro abusi di potere finanziario 

Le restrizioni della Nigeria sulle criptovalute potrebbero provocare dei danni. Al di là della loro impopolarità. Infatti se andiamo a pescare nella recente storia del paese, ci troviamo davanti un importante vicenda. Poco tempo fa i nigeriani hanno protestato con successo. Contro l’emergere della Squadra Speciale Anti-Rapina o SARS. Questo è un dipartimento di polizia speciale. In gran parte incentrato specificamente sul controllo dell’attività finanziaria dei cittadini. Gli attivisti hanno vinto gli sconti con l’ effettivo scioglimento della SARS mesi fa. Quando il presidente Muhammadu Buhari si è impegnato a riformare. 

La scoperta del Bitcoin e delle criptovalute 

Proprio durante le proteste e le manifestazioni per l’abolizione della SARS, i nigeriani hanno scoperto Bitcoin. Infatti gli attivisti hanno iniziato ad utilizzare le criptovalute. Poiché si sono trovati esclusi dalle tradizionali strade bancarie e di raccolta fondi. Da questo momento la scalata delle valute digitali nel paese è inarrestabile. Negli ultimi cinque anni, la Nigeria ha scambiato 60.215 bitcoin. Per un valore di oltre $ 566 milioni. Numeri incredibili per una popolazione in via di sviluppo. 

Aumento del trading peer-to-peer in vista 

In molti sono convinti che le restrizioni alla banche della Nigeria creeranno un aumento significativo del trading peer-to-peer su criptovalute. Questo è al di là della portata delle giurisdizioni bancarie ufficiali. Infatti la stessa finanza decentralizzata fornisce le chiavi per aggirare le azioni di governi punitivi o restrittivi. Nel paese lo scambio Paxful, un mercato leader di bitcoin peer-to-peer, è in grande espansione. E con il freno alle istituzioni finanziarie potrebbe avere un ruolo di primo piano. 

Espansione della crittografia in Africa 

In tutto il continente africano, l’uso di nuove valute digitali e soluzioni fintech è in espansione. Poiché cresce l’interesse comune per la finanza decentralizzata. Un esempio è Jelurida Africa, che prende il nome dell’omonima azienda svizzera. Che è stata costituita nei Paesi Bassi nel 2016 e si è trasferita in Svizzera nel 2017. Jelurida Africa è impegnata nel progetto preliminare Africa Blockchain Developer Call Series. Mirato a sostenere l’attività di imprenditori e ingegneri coinvolti nel mondo crittografico. Tra i suoi obiettivi c’è l’espansione del progetto a un numero maggiore delle nazioni africane. 

La risposta alla banca centrale Nigeriana

Vista la sua attività in materia. Non manca la risposta di Jelurida Africa alla banca centrale della Nigeria sulle restrizioni su criptovalute. Infatti l’amministratore delegato affronta l’avviso della banca nigeriana notando il conflitto tra i sistemi fiat e crittografici. Le sue parole sono:

“La mia domanda è: la CBN ripristinerà il supporto per la criptovaluta se la raccolta fondi verrà effettuata a sostegno del governo in carica?. Situazioni come questa forniscono più ragioni per cui il decentramento, come offerto dalla tecnologia blockchain, è altamente richiesto in Africa.

Il commercio di bitcoin ha avuto il suo picco più alto durante la pandemia. Infatti in Nigeria le transazioni bitcoin hanno registrato il massimo del 30% tra gennaio e settembre.

Nigeria seconda solo agli Stati Uniti 

A metà dicembre avevamo riportato una notizia importante. La Nigeria è il secondo mercato bitcoin più grande al mondo dopo gli Stati Uniti. Il commercio di bitcoin ha avuto il suo picco più alto del 30% quest’anno. Durante il blocco nazionale nel paese a causa della pandemia. La piattaforma più utilizzata dai nigeriani è lo scambio Paxful. Infatti circa un quarto della base di clienti dell’exchange con 1,3 milioni di account registrati sono del paese africano. Questa situazione deriva in seguito alla grande svalutazione della moneta fiat

Lockdown ha aiutato BTC in Nigeria 

Il commercio di bitcoin ha avuto il suo picco più alto durante la pandemia. Questo ha riguardato, chi più e chi meno, un pò tutti i paesi al mondo. Per quanto riguarda la Nigeria, le transazioni bitcoin hanno registrato il massimo del 30% tra gennaio e settembre. Questo deriva anche da dura realtà economica che ha spinto molti nigeriani a rivolgersi a bitcoin. Trovando nelle monete digitali la soluzione alle condizioni disagiate. Infatti la Nigeria vede nelle criptovalute e in bitcoin un’opportunità di uscita dal baratro economico

Urge una regolamentazione 

Abbiamo rivelato che la Nigeria sta collaborando con la SEC del Paese. Infatti il ministero delle Finanze della Nigeria vuole stabilire un quadro completo di regolamentazione delle criptovalute. L’obiettivo è quello di dare beneficio a tutte le parti interessate. Questa pensata è una regolamentazione che sovrintenda al commercio e all’utilizzo di valute digitali. In quanto il governo nigeriano “vede un’opportunità” nell’adozione di criptovalute e blockchain. Tuttavia l’esecutivo deve vedersela con la banca centrale del paese. Che non intende lasciare campo libero alle valute digitali. 

Conclusione

Dobbiamo essere sinceri. Un pò tutti i paesi vivono quello che sta passando la Nigeria in merito alle restrizioni sulle criptovalute. Una dialettica tra governi, banca centrale e aziende crittografiche è in piena attività. Tuttavia è importante sottolineare che molte nazioni riconoscono la forza dei mercati delle criptovalute. E per questo motivo hanno iniziato a fornire una regolamentazione integrata. Adesso dobbiamo auspicare che la Nigeria e altri paesi facciano lo stesso. Perché la finanzia decentralizzata sta prendendo piede in tutto il globo. Un’evoluzione che di certo continuerà. Nonostante la banca centrale rema contro. 

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