Il ministero delle Finanze della Nigeria collaborerà con la SEC del paese per stabilire un quadro completo di regolamentazione delle criptovalute. L’obiettivo è quello di dare beneficio di tutte le parti interessate. Un altro passo in avanti verso il settore crittografico per lo Stato africano. Infatti solo due mesi fa ha riconosciuto il trading di criptovalute come un’attività regolamentata. Classificando le attività crittografiche come titoli. La decisione di aprirsi alle criptovalute arriva dopo la grande svalutazione della moneta fiat.
Nigeria collabora con la SEC
La Nigeria intende lavorare con la SEC per sviluppare un documento normativo completo sulle criptovalute. Una regolamentazione che sovrintenda al commercio e all’utilizzo di valute digitali. A rivelarlo è stato lo stesso ministro africano in un evento fintech. Ha dichiarato che il governo nigeriano “vede un’opportunità” nell’adozione di criptovalute e blockchain. E creerà così una regolamentazione a vantaggio di tutte le parti interessate.
Nigeria riconosce le criptovalute
Dopo un iniziale scetticismo, il governo nigeriano due mesi fa è arrivato ad un punto di svolta. A settembre la SEC della Nigeria ha ufficialmente classificato le criptovalute come titoli. Elencando il trading di criptovalute come attività regolamentata dalla SEC. Un primo passo importante, anche se non rappresentava la piena regolamentazione crittografica.
Nigeria legalizza le criptovalute
Con il nuovo annuncio, il governo nigeriano non riconosce solamente le valute digitali. Ma vuole legalizzare pienamente l’uso delle criptovalute all’interno della Nigeria e grazie all’aiuto della SEC. Inoltre il ministro ha confermato che le politiche del governo sono aperte. Tanto che stanno lavorando anche con il ministero dell’Industria e del commercio e le dogane nigeriane. Per risolvere le implicazioni transfrontaliere in merito all’uso delle criptovalute.
Criptovalute aiutano l’economia nigeriana
La Nigeria sta attualmente assistendo ad un’ampia adozione di criptovalute. Questo perché i controlli sui capitali e la svalutazione della valuta spingono le imprese e gli individui ad abbandonare la fiat. Una dura realtà economica che ha spinto molti nigeriani a rivolgersi a bitcoin. Trovando nelle monete digitali la soluzione alle condizioni disagiate.
Binance ha scelto la Nigeria
Ad agosto vi abbiamo parlato di Binance che si è candidato ad essere il principale fornitore di risorse digitali dell’Africa. L’exchange infatti ha lanciato nella più grande economia del continente un’app di pagamenti crittografici. Binance ha affermato che l’app Bundle sarà pienamente operativo in 30 paesi africani entro la fine del 2020. E che il trampolino di lancio della Nigeria è stato fondamentale. Per valutare la stabilità dell’applicazione.

L’Africa è il centro della crittografia
Nelle nostra crypto news abbiamo visto più volte che l’adozione delle criptovalute in Africa sta compiendo notevoli progressi. Sono stati recentemente raggiunti importanti traguardi. Dove il numero di persone in possesso di monete virtuali, dei volumi di trading e delle regolamentazioni è in costante aumento. Paesi come Nigeria, Sudafrica, Ghana e Kenya sono molto spesso fra le prime dieci nazioni al mondo. Per numero di ricerche su Google del termine “Bitcoin”.
Una regione che promette bene
Il continente è definito come “una delle regioni più promettenti, se non la più promettente, per l’adozione delle criptovalute”. L’Africa è infatti caratterizzata da una popolazione media molto giovane. Interessata alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione. Un interessa nato anche dalle crisi monetarie e fallimenti valutari. Oltre che dal mancato accesso ai servizi bancari e metodi di pagamento costosi.
L’impegno dei governi africani
Oltre ai motivi sopra citati. Le società di criptovalute sono interessate all’Africa anche per le politiche adottate dalle istituzioni. Infatti c’è un impegno dei governi a migliorare le normative sullo spazio crittografico. Quell’impegno che manca quasi totalmente ai paesi occidentali. Preoccupati più per le azioni dei paesi industrializzati. Eppure i “nostri” governanti dovrebbero finirla di vedere l’Africa sempre e solo come “terzo mondo”. E vederla come frontiera di innovazione e opportunità.