L’ascesa repentina di Bitcoin sta facendo parlare e discutere anche i più grandi imprenditori. Questa volta parliamo dell’amministratore delegato di Goldman Sachs. Lloyd Blankfein ritiene che Bitcoin rappresenti una minaccia monumentale per i regolatori di tutto il mondo. Lui è convinto che le autorità di regolamentazione non saranno in grado di monitorare e gestire il sistema finanziario. Se Bitcoin sarà autorizzato a prosperare nella sua forma attuale. Ricordiamo che la banca d’affari statunitense ha da poco iniziato a studiare il settore delle criptovalute.
The Goldman Sachs Group, Inc. è una delle più grandi banche d’affari del mondo. La sua sede legale è a New York. Con filiali importanti anche nei principali centri finanziari mondiali (Londra, Francoforte, Tokyo, Hong Kong). E’ stata fondata nel 1869 ed è quotata al New York Stock Exchange. Si occupa principalmente di investimenti bancari e azionari, di risparmio gestito e di altri servizi finanziari. Prevalentemente con investitori istituzionali (multinazionali, governi e privati). Fornisce servizi di consulenza su piani di acquisizioni e fusioni tra aziende. Su sottoscrizioni di titoli di debito, sulla gestione delle risorse finanziarie. Oltre che occuparsi di servizi di proprietary trading e private equity. È anche autorizzata al piazzamento di titoli di debito del Governo statunitense.
Bitcoin una minaccia per i regolatori
Durante il suo intervento allo Squawk Box della CNBC, il presidente senior di Goldman Sachs non si è risparmiato. Lloyd Blankfein infatti ritiene che Bitcoin sia una vera e propria minaccia per i regolatori nazionali. Questi, sostiene, dovrebbero essere nervosi per il recente successo di Bitcoin e il massiccio rally. Sottolineando che la criptovaluta potrebbe minare la possibilità di controllare i sistemi finanziari in atto.
Bitcoin è perfetto per attività illecite
Ma le opinioni del CEO di uno dei giganti della finanza mondiale non terminano qui. Blankfein ha affermato che la natura pseudonima di Bitcoin lo rende perfetto per il finanziamento illecito. Infatti ha dichiarato: “Potrebbe funzionare. Ma alla fine della giornata, la valuta dovrebbe realizzare un paio di cose. È un mezzo di scambio e una riserva di valore. La riserva di valore è un po ‘difficile e, come mezzo di scambio, non sai se stai pagando o meno i nordcoreani, o Al-Qaeda, o la guardia rivoluzionaria”.
I regolatori non stanno dietro a Bitcoin
Lloyd Blankfein ritiene che i regolatori hanno e avranno difficoltà a “seguire il denaro” con le caratteristiche pseudonime di Bitcoin. Questo potrebbe essere un problema. Soprattutto quando il monitoraggio del denaro dovrebbe portare ad evitare scenari negativi. Come attacchi terroristici e riciclaggio di denaro. I regolatori devono seguire dove sta andando il denaro e porre fine ad attività pericolose e illecite prima che si arrivi a un problema. Ma la natura irrintracciabile di Bitcoin potrebbe essere problematica a questo proposito:
“Questo potrebbe essere fattibile, ma minerà la libertà e la libertà e il tipo di mancanza di trasparenza che alla gente piace in primo luogo. Quindi questo è l’enigma che Bitcoin dovrà affrontare per uscire. Se fossi un regolatore, al momento starei in iperventilazione per il successo e mi armerei per affrontarlo”.
Regolamentazione è l’unica soluzione
Per risolvere questo problema, Lloyd Blankfein ritiene che molte delle caratteristiche fondamentali di Bitcoin debbano essere regolamentate. Il CEO di Goldman Sachs è convinto che le molte delle libertà anonime che offre la criptovaluta madre sono un pericolo. Tanto che proprio da lì arrivano le attività criminose. Per questo motivo solo una normativa chiara ed efficace può aiutare le autorità.
“No” a Bitcoin come riserva di valore
Blankfein ha anche criticato Bitcoin come riserva di valore. Sottolineando la sua volatilità dei prezzi e l’alfabetizzazione tecnologica richiesta per l’auto-custodia di BTC. Ha dichiarato: “È una riserva di valore che può spostarsi del 10% in un giorno. Che se perdi il codice o se perdi il foglio di carta è perso per sempre. O se qualcuno te lo prende, come fai a saperlo?”.
La centralizzazione è davvero una soluzione?
Quelle del presidente senior di Goldman Sachs sono state delle parole al vetriolo. Tuttavia, per come ha parlato, lui sostiene di dare a Bitcoin una centralizzazione. Per lui ci servirebbe un controllo dall’alto. Ma siamo sicuri che sia la soluzione ideale? Senza la natura decentralizzata di Bitcoin, l’asset sarebbe ancora attratto da investitori e trader? Crediamo che quelle di Blankfein siano pretese che sfiorano l’assurdo.
Bitcoin è tracciabile!
Nel corso del tempo ci siamo trovati a parlare molto spesso di truffe smascherate da bitcoin. Bitcoin “non” è tracciabile è ottimo per gli hacker, il darknet e gli evasori (ma non è proprio così), questo articolo è solo l’ultimo esempio. Questo per dirvi che bitcoin non è come molti pensano uno strumento in mano ai criminali. La sua natura certamente garantisce privacy, ma non è anonima ed è tracciabile! Si, avete letto bene, la tecnologia blockchain garantisce alle autorità di trovare i criminali. Le sue transazioni sono rintracciabili, a differenza del contante.
Conclusione
A questo punto ci chiediamo: è possibile che Lloyd Blankfein consideri Bitcoin una minaccia per i regolatori? E’ possibile che non sappia che Bitcoin è tracciabile? E’ possibile che il CEO di uno dei più grandi centri finanziari al mondo debba fare una crociata contro Bitcoin sottolineano la sua (falsa) natura illecita?
Crediamo che forse Blankfein, come molti altri suoi colleghi, hanno paura di Bitcoin. Ma non come vogliono farci credere loro, cioè che favorisce attività illegali. Ma perché Bitcoin potrebbe mettere in pericolo la loro autorità, quella dei sistemi finanziari. L’attività bancaria potrebbe essere seriamente compromessa. A meno che gli istituti non si alleino con il mercato delle criptovalute. Una visione, quest’ultima, ottimistica ma “mai dire mai”!