Guggenheim Partners ha presentato una nota alla SEC affermando la possibilità di investire in Bitcoin. La società ha dichiarato che si riserva il diritto di mettere il 10%, fino a $ 500 milioni, del suo Macro Opportunities Fund in Bitcoin. Tramite il Grayscale Bitcoin Trust. Questa è l’ultima società di investimento tradizionale interessata alla valuta. Tuttavia l’azienda ha considerato i rischi dell’azione.
Prima di continuare con la nostra bitcoin news, vediamo chi è la protagonista. Guggenheim Partners è una società di servizi finanziari di consulenza e investimento globale. Si occupa dal 1999 di servizi bancari d’investimento, gestione patrimoniale, servizi sui mercati dei capitali e servizi assicurativi. L’azienda ha sede a New York City e Chicago con 2.400 dipendenti dislocati in 17 città negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. L’amministratore delegato dell’azienda è Mark Walter.
Guggenheim Partners investe in Bitcoin
Guggenheim Partners sta valutando di investire centinaia di milioni di dollari in un trust Bitcoin. A comunicarlo è stata la stessa società di investimento globale con una nota alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti. Nel comunicato ha sottolineato che si sarebbe riservata il diritto di mettere il 10% del suo valore patrimoniale netto nella criptovaluta. Tramite il Grayscale Bitcoin Trust.
Un investimento da 500 milioni di dollari
Quanto detto significa che Guggenheim potrebbe investire fino a $ 500 milioni di contanti degli investitori nella criptovaluta madre. La nota recita: “Il Guggenheim Macro Opportunities Fund può cercare l’esposizione a bitcoin indirettamente. Investendo fino al 10% del suo valore patrimoniale netto in Grayscale Bitcoin Trust (“GBTC). Un veicolo di investimento offerto privatamente che investe in Bitcoin”.
GBTC e Guggenheim’s Macro Opportunities Fund
Il Guggenheim’s Macro Opportunities Fund è uno dei fondi di Guggenheim Partners. Gestisce $ 5,3 miliardi di contanti degli investitori. GBTC consente agli investitori di scambiare azioni in trust che detengono grandi pool di Bitcoin. Essendo il più grande hedge fund criptato del mondo. Consente agli investitori di scambiare queste azioni sul mercato azionario. In questo modo, gli investitori non devono effettivamente occuparsi del possesso dell’asset: detengono solo azioni che rappresentano investimenti in Bitcoin.
Bitcoin: tra rischi e sicurezza
Il possibile investimento futuro di Guggenheim Partners significa che pensano che Bitcoin potrebbe essere una scommessa sicura per i loro clienti. Ma la nota alla SEC menziona i rischi connessi all’investimento in criptovalute. Soprattutto per quanto riguarda la volatilità della valuta digitale:
“Oltre ai rischi generali dell’investimento in altri veicoli d’investimento. Il valore degli investimenti indiretti del Fondo in criptovaluta è soggetto alle fluttuazioni del valore della criptovaluta. Che può essere altamente volatile. La criptovaluta è una nuova innovazione tecnologica con una storia limitata. E’ un asset altamente speculativo e le future azioni o politiche normative possono limitare, forse in misura sostanzialmente negativa, il valore dell’investimento indiretto del Fondo in criptovaluta. E la capacità di scambiare una criptovaluta o di utilizzarla per i pagamenti”.
Bitcoin aumenta l’interessa nella finanza tradizionale
Guggenheim Partners è l’ultima tra le grandi istituzioni di Wall Street a mostrare interesse per Bitcoin. Tantissime società della finanza tradizionale hanno mostrato interesse a investire nella criptovaluta quest’anno. Ad esempio SkyBridge Capital ha dichiarato in una nota di deposito che potrebbe investire in risorse digitali. La società di investimento è stata fondata dall’ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca Anthony Scaramucci. Che si è sempre mostrato interessato alle criptovalute.
Perché l’annuncio alla SEC?
Essendo quotata in borsa, Guggenheim Partners ci ha tenuto a fare le cose come si deve. Per questo motivo ha comunicato alla SEC degli Stati Uniti l’intenzione di voler investire in Bitcoin. La voglia di trasparenza è la prima cosa per entrare nel mercato crittografico. Soprattutto negli Stati Uniti, dove le criptovalute non sono ben viste da tutti!