Un ex funzionario della Banca Centrale afferma che lo yuan digitale non sarà uno strumento di sorveglianza. La PBoC insiste che la CBDC cinese è progettata come contromisura. Contro le piattaforme di pagamento private sempre più popolari. Inoltre è stato detto che il monitoraggio dei pagamenti dei cittadini non è mai stata la motivazione alla base dello yuan digitale. Questa è stata la risposta della Cina alle insinuazione fatte dal presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell.
La Cina risponde alla Federal Reserve
Un ex funzionario della People’s Bank of China (PBoC) ha difeso la Cina. Chiarendo le motivazioni alla base dello sviluppo di una valuta digitale della banca centrale (CBDC). A parlare è stato Yao Qian, ex direttore dell’istituto di valuta digitale presso la PBoC. L’uomo ha negato che lo yuan digitale sia mai stato pianificato come strumento di sorveglianza.
Infatti ha chiarito che Pechino ha deciso di sviluppare lo yuan digitale. Come contromisura contro le sempre più popolari “piattaforme di pagamento private”.
Lo yuan digitale preoccupa gli USA
Yao ha fatto questi commenti durante un panel all’International Finance Forum di Pechino. Le sue osservazioni sono una risposta alle preoccupazioni degli Stati Uniti. Infatti le affermazioni fatte dal presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell. In una conferenza stampa lo scorso mese. Sono state un campanello d’allarme per la banca centrale cinese. Powell infatti ha indicato che una tale valuta digitale non funzionerebbe negli Stati Uniti. Sostenendo che lo yuan digitale ha permesso al governo cinese di “vedere ogni pagamento che viene utilizzato. Per il quale viene utilizzato in tempo reale”.
Yao ha insistito sul fatto che non era così. Sostenendo che un CBDC è necessario. Affinché le banche centrali adottino le valute legali durante l’ascesa di quelle digitali.
Lo yuan digitale oggetto di critiche
Il fatto che lo yuan digitale è accusato di essere uno strumento di sorveglianza. Non è una cosa del tutto nuova. Infatti lo CBDC cinese è stato oggetto di molti dibattiti. Sin da quando è stato ufficializzato. Molti hanno messo in dubbio gli effetti che avrà sulle industrie. I funzionari negli Stati Uniti hanno anche espresso la preoccupazione. Che potrebbe minare il dominio del dollaro. Infatti il governo americano sta tenendo d’occhio da mesi i lavori di Pechino.
Il mondo verso le valute digitali
La Cina non è certo l’unica ad avere le mani nelle CBDC. Maggio è stato particolarmente ricco di eventi. Nazioni come il Canada, il Sudafrica, il Giappone e la Corea del Sud. Hanno continuato a spingere verso le rispettive versioni di valuta digitale. Complessivamente circa l’80% delle banche centrali mondiali stava già concettualizzando e studiando CBDC all’inizio dell’anno. Questo prova come il mondo è proiettato verso le valute digitali.