Gli Stati Uniti si stanno svegliando e stanno andando incontro alla rivoluzione digitale! Dopo Miami anche New York ha grandissimi piani in merito al mercato crittografico. O meglio, il suo candidato sindaco intende portare la città ad essere il centro propulsore delle nuove tecnologie. Andrew Yang infatti dice che trasformerà New York in un hub Bitcoin se eletto sindaco. Delle esternazioni forti che hanno diviso gli elettori. Ma che fanno ben sperare una città che ha avuto rapporti contrastanti con Bitcoin.
New York e il rapporto con Bitcoin
Prima di raccontarvi la news, facciamo un piccolo passo indietro. New York ha sempre avuto una relazione tumultuosa con Bitcoin. L’introduzione della BitLicense nel 2015 è stata inizialmente considerata come un disastro. Soffocando l’innovazione del fintech e imponendo restrizioni draconiane sull’uso della criptovaluta. Tuttavia le cose sono cambiate nel 2020. Quando i frutti della regolamentazione stavano dando i loro frutti. Con la chiarezza normativa prevista dalla Bitlicense. Consentendo a giganti aziendali come PayPal, Gemini e Coinbase di attirare le tasche profonde di Wall Street.
Le critiche alla BitLicense
Come accennato, la normativa BitLicense di New York non è stata accolta nel migliore dei modi. Infatti il programma di licenze dello Stato di New York è stato ampiamente criticato in passato. A causa della sua severità e complessità. La BitLicense ha avuto in questi 5 anni opinioni contrastanti. Alcuni hanno trovato il regolamento troppo macchinoso. E hanno ritenuto che le startup di criptovalute fossero soggette a regolamenti più onerosi. Rispetto alle normali istituzioni finanziarie. Altri l’hanno difeso sostenendo che era necessario proteggere i consumatori. Quindi aiutare a maturare l’industria delle criptovalute.
New York prossimo hub Bitcoin
Oggi sentendo il candidato democratico della città più influente al mondo le cose sembrano cambiate radicalmente. O almeno si prova a cambiarle. Andrew Yang sostiene che trasformerà New York City in “un hub per BTC e altre criptovalute”. Sottolineando che la città è “la capitale finanziaria del mondo”. Questa posizione primeggiante la porta a dover prendere di petto l’innovazione globale. E che le nuove tecnologie non possono essere snobbate da un centro come New York.
Andrew Yang è un imprenditore, filantropo e politico statunitense, fondatore dell’organizzazione non-profit Venture for America. Da sempre membro del Partito Democratico. Nel mese di novembre del 2017 Yang annuncia la sua intenzione di correre alle primarie democratiche. Per decidere chi sarà il candidato del partito alle elezioni presidenziali del 2020. Yang è il terzo cittadino statunitense di ascendenza estrema orientale a correre per la Casa Bianca. Subito dopo Hiram Fong e Patsy Mink. I suoi sostenitori sono stati chiamati “Yang Gang”. Ha partecipato a vari dibattiti democratici prima ancora dell’inizio delle primarie ma l’11 febbraio 2020. Si ritira in seguito ai fallimentari risultati nelle primarie in Iowa e New Hampshire.
Grande popolarità tra i democratici
Andrew Yang gode di grande fiducia e stima tra i sostenitori democratici. Infatti è attualmente leader nel campo democratico in popolarità e riconoscimento del nome tra gli elettori. Questo secondo un recente sondaggio che lo ha visto davanti al presidente del distretto di Brooklyn Eric Adams e al controllore della città Scott Stringer. Dopo la “sconfitta” per la corsa alla Casa Bianca e dopo aver riconosciuto Biden come suo candidato sindaco. Andrew Yang a gennaio ha annunciato di candidarsi a sindaco di New York.
Su Twitter l’annuncio di una New York hub bitcoin
Twitter è il grande protagonista in merito alle questioni che riguardano bitcoin. Abbiamo visto i tweet a raffica di Elon Musk. Che ora potrebbero essere sotto inchiesta dalla SEC. Ma anche il sindaco di Miami si era “sbottonato” sul social network. Francis Xavier Suarez infatti ha twittato che è pronto a convertire l’1% delle riserve del tesoro della città in Bitcoin. Per poi sottolineare in un’intervista che intende pagare stipendi ai funzionari pubblici e accettare tessa in bitcoin. Seguendo questa scia anche Andrew Yang si è affidato al social. Per comunicare l’intenzione di far diventare New York un hub bitcoin e altre criptovalute.
Reazioni contrastanti
Il tweet di Andrew Yang in merito a Bitcoin ha suscitato reazioni contrastanti. Con alcuni che la proclamano come una manovra di vendita elettorale e altri che la equiparano al suicidio politico. Il commento che ha avuto una voce unanime tuttavia è la richiesta che Yang usasse i suoi poteri, se eletto, per porre fine alla BitLicense. Nella conversazione è entrato Meltem Demirors, CSO della società di gestione delle risorse digitali CoinShares. L’uomo suggerisce che Yang deve fare i conti con le tasse statali elevate e la Bitlicense. Per trasformare il suo piano in realtà. Ma non ha escluso che ce la possa fare.
Andrew Yang sempre sostenitore di Bitcoin
In netto contrasto con la maggior parte dei suoi colleghi politici. Yang ha espresso il suo sostegno a Bitcoin più volte. Soprattutto nei due anni in cui è nel radar dei media mainstream. Le sue convinzioni esplicite gli hanno valso il titolo di “Miglior presidente per Bitcoin”. Da alcuni nella comunità delle criptovalute. Infatti il candidato sindaco di New York è ben visto nell’ambiente crittografico. Ed è seguito da molti di loro proprio per le sue posizioni pro-bitcoin.
L’attacco ai legislatori statunitensi
Inoltre Andrew Yang ha rimproverato i legislatori statunitensi proprio sul tema crittografico. Nel 2019, durante la corsa alla presidenza, Yang ha sostenuto che il congresso manca delle conoscenze di base necessarie. Per emanare una legislazione efficace sulle criptovalute. E che ci sono paesi che sono molto più avanti degli Stati Uniti in merito alla regolamentazione crittografica. E che sono proprio questi paesi che alla fine “detteranno le regole che bisogna seguire una volta che ci mettiamo al passo”.
New York come Miami
Le intenzioni di Andrew Yang sulla voglia di creare New York hub Bitcon arrivano dopo le novità che riguardano Miami. Infatti in queste settimane la città americana si muove rapidamente. Miami è chiaro che ha intrapreso un percorso per diventare una città bitcoin-friendly. Tanto che il sindaco Suarez ha indicato che sono allo studio i pagamenti in criptovaluta. E adesso proprio la città più importante degli Stati Uniti sta iniziando a muovere i passi nella stessa direzione.
Conclusione
E’ chiaro che gli Stati Uniti si stanno svegliando da un torpore che li ha avvolti fino a qualche mese fa. Forse sarà l’influenza di Biden, la paura cinese o il grande boom del prezzo di bitcoin. Ma adesso si respira un’aria nuova e più innovativa. Dove i politici, gli imprenditori e le persone comuni non hanno paura di esprimere la loro opinione in merito a bitcoin o alle criptovalute. Una situazione cambiata che fa sicuramente bene a tutto l’ambiente crittografico.
Non sappiamo se New York diventerà mai un hub bitcoin e criptovalute. Probabilmente sì vista la sua immensa influenza globale. Non sappiamo se lo diventerà per mano di Yang o di un altro sindaco. Ma quello che è sicuro è che adesso gli Stati Uniti sono in pista. Che la posizione (silenziosa) di Biden sta facendo avanzare l’idea di una più ampia digitalizzazione. E che gli investimenti di Elon Musk stanno influenzando il mercato. Adesso è il momento di spingere e di pensare seriamente al dollaro digitale. Solo così possono far veramente paura ad una Cina che sembra implacabile.