Brian Armstrong crede che Trump stia per inviare l’ultimo regalo d’addio all’industria delle criptovalute. Il CEO di Coinbase ha manifestato le sue preoccupazioni su Twitter. Dicendo che l’amministrazione dell’ormai ex presidente americano sta tentando di rintracciare i proprietari di criptovaluta auto-ospitati. Pare che il Dipartimento del Tesoro lo voglia fare attraverso una serie onerosa di requisiti di raccolta dati.
L’ultimo colpo alle criptovalute
Dopo aver puntato i piedi e non voler accettare un’evidente sconfitta, Trump va verso l’uscita di scena. Ma prima di varcare la soglia della Casa Bianca e lasciare definitivamente il suo posto a Biden, potrebbe decidere di fare altre manovre politiche. Tra queste potrebbe essere colpita anche l’industria crittografica. Tanto che il segretario al Tesoro uscente si sta preparando a reprimere uno dei principi fondamentali dell’etica delle criptovalute. Ovvero la capacità dell’individuo di mantenere la propria criptovaluta (indisturbata).
Preoccupazioni del CEO di Coinbase
Il CEO di Coinbase non le ha mandate a dire. Brian Armstrong si è manifestato preoccupato che Trump possa sferrare l’ultimo colpo alle criptovalute. Un colpo che secondo lui potrebbe essere fatale. In un tweet ha scritto:
“Questa proposta di regolamento, pensiamo, richiederebbe alle istituzioni finanziarie come Coinbase di verificare il destinatario/proprietario del portafoglio auto-ospitato. Raccogliendo informazioni identificative su quella parte. Prima che un prelievo possa essere inviato a quel portafoglio auto-ospitato”.
Le criptovalute sotto assedio
Non sappiamo se queste messe in giro da Brian Armstrong sull’amministrazione Trump e le criptovalute sia vera. Tuttavia possiamo dirvi che il regolamento rappresenterebbe un vantaggio contro l’industria delle criptovalute statunitense. Un’opportunità come poche mai imposte dal governo federale. Costringerebbe le aziende a conoscere ogni controparte delle transazioni crittografiche dei propri utenti. Ma anche a tenere registri, a monitorare i movimenti e a verificare le identità.
Vantaggi per la regola di viaggio
Oltre ad aiutare il governo ad individuare gli utenti di un exchange. Il regolamento che fa paura al CEO di Coinbase porterebbe a termine lo scenario peggiore immaginato dagli operatori del settore. Ovvero quella di applicare la regola di viaggio alle criptovalute. Una regola che impone alle istituzioni finanziarie di raccogliere informazioni. Sia sul mittente che sul destinatario di un trasferimento di denaro.
Una regolamentazione è necessaria
Quanto appena detto non è altro che l’ultimo stadio di un processo mai portato a termine. Perché si è sempre parlato di regolamentazione crittografica, ma mai nessuno si è preso la briga di scriverla. O almeno nessuno ci ha mai provato veramente. Perché è impensabile e inaccettabile che un mercato grande come questo. Con miliardi di dollari che girano quotidianamente. Non abbia una regolamentazione chiara e diligente.
Il settore crittografico è vulnerabile senza una legge
In pochi sanno che una regolamentazione potrebbe aiutare seriamente l’industria delle criptovalute. Mettendola al riparo da attività illecite che danneggiano l’intero settore. Infatti senza una regolamentazione la crittografia è vulnerabile. E’ esposta alle intemperie di frodi e truffe. Non gode della fiducia di molte persone. E soprattutto non è vista di buon occhio dalle istituzioni e dalla persone vergini del settore.
Una regolamentazione per far vivere le criptovalute
Come abbiamo sostenuto più volte in varie crypto news. Una regolamentazione intelligente aiuta le criptovalute a resistere e persistere nel tempo. Restando senza una norma, rischierebbero di cadere nell’oblio. Chi mai investirà in bitcoin sapendo che non è un mercato non riconosciuto? Sarebbe giocare sul filo della legalità. Sempre a rischio di controlli e sempre con il sospetto puntato addosso.
Prosperità del settore delle criptovalute
Un altro punto a favore delle regolamentazioni crittografiche è quello di favorire la prosperità delle aziende. In circa dieci anni l’industria delle criptovalute è passata dal nulla a un’industria da miliardi di dollari. Dove nuovi attori sono entrati a far parte dello spazio. Una normativa adeguata garantisce quella responsabilità e quel senso critico fondamentale. Per far prosperare un settore in costante crescita.
Il silenzio dell’amministrazione Trump
Né il Dipartimento del Tesoro e né un portavoce di Trump hanno risposto a Brian Armstrong in merito alla questione criptovalute. Non sappiamo se ci sarà mai una risposta. Anche perché l’amministrazione uscente sta affrontando diverse questioni spinose. Dalla politica interna a quella estera. Oltre che alla pandemia di covid-19 che ha messo in ginocchio l’intera economia. Bloccando il mercato per settimane.
Trump vuole aiutare o ostacolare le criptovalute?
Non sappiamo se questa regolamentazione delle criptovalute dell’amministrazione Trump ci sia davvero oppure è una supposizione di Brian Armstrong. Ma quello che è sicuro è che l’ex presidente degli Stati Uniti non è mai stato un fan di bitcoin. Infatti ha sempre manifestato preoccupazione nei confronti del settore. Ma quello che stupisce è che in quattro anni di governo non ha mai fatto nulla. E adesso, tutt’un tratto, vuole regolamentare il settore.
Perché? Vuole punire qualcuno o aiutare l’industria, oppure è semplice antipatia repressa? Staremo a vedere come si evolverà la vicenda. Noi saremo qui pronti ad informarvi!