Anche per le banche italiane è partita la sperimentazione dell’euro digitale. L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha avviato la sperimentazione di un euro digitale basato sulla tecnologia del registro distribuito. Sono al vaglio diverse ipotesi e diversi studi in merito alla valuta digitale emessa dalla banca. Tra i punti più importanti vi è l’esaminazione della fattibilità della moneta digitale. E come questa possa essere un valore aggiunto al contante, senza sostituirlo.
L’Associazione Bancaria Italiana è un’associazione di settore, volontaria e senza finalità di lucro, del mondo bancario italiano. Nel gergo comune è chiamato con l’acronimo ABI. E’ nata nel 1919 ed ha sede a Roma. Questa è composta da oltre 700 istituti bancari italiani. Li rappresenta e cerca di tutelare gli interessi. Ma senza alcun potere esecutivo e decisionale nei confronti di alcuna banca. Seppur associate, le banche rimangono infatti indipendenti e autonome rispetto all’ABI. Che oltretutto è completamente differente e slegata dalla Banca d’Italia.
L’attività dell’ABI
Fra le attività principali di ABI ci sono organizzazione di studi e dibattiti sui temi bancari. Attività di informazione e assistenza tecnica nei confronti delle banche associate. Organizzare convegni per gli associati. Si avvale anche di una sua società chiamata ABIServizi, governata e gestita interamente da ABI. Il lavoro di ABIServizi è esclusivamente l’esercizio di attività editoriali, tipografiche e di distribuzione di pubblicazioni, stampati, software, supporti magnetici ed elettronici. Anche attraverso la vendita per corrispondenza. Inoltre ABIServizi presta servizio per l’organizzazione di convegni e seminari.
ABI lavora sull’euro digitale
L’ABI ha dichiarato martedì che il lavoro esaminerà la fattibilità tecnica di un euro digitale delle banche italiane. Inoltre esaminerà ulteriormente i “nuovi servizi a valore aggiunto”. Che sarebbero possibili grazie alla natura programmabile della tecnologia blockchain. Nel comunicato l’organizzazione ha affermato che “lo scopo dell’iniziativa è di contribuire in modo proattivo al dibattito pubblico. E supportare le banche che operano in Italia. Mentre si preparano per il futuro”.
Esperimenti sull’euro digitale
Gli esperimenti delle banche italiane sull’euro digitale saranno divisi in due parti:
- La prima che esamina l’infrastruttura e il modello di distribuzione. Per misurare la fattibilità tecnica;
- La seconda che valuta come la programmabilità potrebbe fornire casi d’uso. Che differenziano una valuta digitale della banca centrale dai sistemi di pagamento elettronici esistenti.
Anche la BCE lavora sull’euro digitale
Qualche giorno fa abbiamo detto che il Consiglio direttivo della BCE ha preso atto della possibilità di creare l’euro digitale. Una decisione sul da farsi in merito all’Euro Digitale potrebbe arrivare già a gennaio. Con l’apertura del nuovo anno finanziario. I lavori e l’apertura dell’istituzione fanno da eco alle parole di Christine Lagarde. La Presidente della BCE si è sempre mostrata una sostenitrice dell’euro digitale.
Tutto rimandato al 2021
Nonostante i lavori della BCE e delle banche italiane sull’euro digitale, le decisioni sono rimandate all’anno nuovo. Proprio il prossimo gennaio la BCE dovrebbe informare i paesi se intende o meno emanare una valuta digitale. Ricordiamo che la BCE non sta “correndo per essere la prima”. Per rilasciare una valuta digitale della banca centrale. Questa è una strategia che in molti stanno adottando, per vedere l’effettiva efficacia di un CBDC. Non ci rimane che aspettare. Tuttavia quello che è sicuro è che anche l’Italia si sta muovendo e si sta interessando alla digitalizzazione della moneta.