Se da una parte c’è grande voglia di innovazione tecnologica. Dall’altra c’è uno scarso accesso alle tecnologie che consentono questa innovazione. Sembra che stiamo descrivendo un ritratto paradossale. Ma è quello che sta accadendo alla filiera agroalimentare. Infatti l’agricoltura subisce lo scarso accesso alle infrastrutture digitali per la blockchain. Il settore agricolo non riesce a svilupparsi come vorrebbe. Appunto perché mancano le basi per sostenere la tecnologia.
Scarso accesso alle infrastrutture blockchain per l’agricoltura
Momento difficile per il settore agricolo. Mentre il mercato è tra le industrie che trarranno i maggiori benefici dalla tecnologia blockchain. Lo scarso accesso alle infrastrutture ha frenato il settore. Sebbene l’industria agricola possa raccogliere enormi risparmi in termini di efficienza. Attraverso l’adozione di tecnologie di registro distribuito. Molti agricoltori non dispongono dell’infrastruttura digitale. Per supportare l’integrazione di soluzioni blockchain. Un grave handicap che rischia di mandare all’aria l’intero progetto di innovazione e digitalizzazione dell’industria.
Dall’Australia i primi reclami
La scarsità di accesso alle infrastrutture legate alla blockcain nell’agricoltura è stata sottolineata Australian Blockchain Week. A rendersi protagonista è stato Bridie Ohlsson, CEO del fornitore di infrastrutture agricole digitali Geora. L’uomo ha discusso le sfide associate alla promozione dell’adozione della DLT. Principalmente legate nelle industrie del settore primarie. Infatti sostiene:
“Nella tecnologia agricola è stato un problema non avere abbastanza infrastrutture. Non di non esserci un caso d’uso. Finché abbiamo agricoltori che chiamano e dicono: ‘Ehi, il tuo prodotto ha un bell’aspetto. Ma non ho Internet in azienda’. Questo è un problema di infrastruttura. E quindi dobbiamo assolutamente investire di più nel semplice accesso alle tecnologie“.
La situazione australiana
Con l’Australia che perde miliardi ogni anno a causa di prodotti enogastronomici. Che rivendicano in modo fraudolento l’origine australiana nei mercati globali. Un numero crescente di aziende sta cercando di utilizzare la blockchain. Per certificare la provenienza e generare risparmi lungo la filiera agricola. BeefChain, AgChain e VeChain sono solo alcuni dei fornitori che offrono soluzioni. Ohlsson crede che le cose stiano cambiando. Afferma che la tecnologia può ora essere offerta a un prezzo accessibile. “Penso che qualcosa stia cambiando. E penso che questo ci metta in una buona posizione ora. Per capitalizzare ciò che non siamo stati in grado di fornire in precedenza”.
Internet è un diritto!
L’arrivo delle tecnologie e della digitalizzazione ha creato la corsa verso l’accesso ad internet. Tuttavia nonostante siamo nel 2021 non tutti hanno accesso al mondo del web. Sembra una cosa assurda, ma è la realtà dei fatti. Questo è un gravissimo problema che genera non solo una disparità sociale, ma soprattutto culturale. Internet è informazione e come tale deve essere accessibile a chiunque. Non possiamo e non dobbiamo più permettere ai giganti del web di essere padroni dell’informazione.
Dobbiamo pretendere abbonamenti accessibili a tutti. E soprattutto che i governi intervengano in merito. Garantendo il wi-fi free, ma non così tanto per scrivere qualcosa. La digitalizzazione passa anche attraverso queste piccole così. Un gap così grande come quello dello scarso accesso ci sprofonda nel baratro. Per questo motivo la democratizzazione dell’internet è il primo fattore verso l’uguaglianza.