Non tutti hanno preso bene la notizia del record storico della prima valuta digitale al mondo. Tanto che un ex parlamentare britannico sostiene che le banche centrali dovrebbero vietare bitcoin. Nick Boles ritiene che il mondo sarebbe un posto migliore senza Bitcoin. Per questo motivo le istituzioni finanziarie devono prendere l’iniziativa. E levare dalla circolazione la criptovaluta per l’impatto ambientale dannoso. Una pretesa azzardata, soprattutto dopo l’investimento miliardario di Elon Musk.
Chi è Nick Boles?
Il protagonista della news di oggi è Nick Boles. E’ un politico britannico che è stato membro del parlamento dal 2010 al 2019. È stato membro del Partito conservatore fino al 2019. Prima di entrare in Parlamento, Boles è stato consigliere di Westminster City e direttore di Policy Exchange. È stato eletto nel collegio elettorale di Grantham e Stamford nel Lincolnshire. Alle elezioni generali del 2010. Inoltre è stato ministro di Stato per le competenze dal 2014 al 2016. A causa di visioni diverse all’interno del partito, Boles si è dimesso nel 2019. Accusando il partito di non essere riuscito a scendere a compromessi sulla Brexit. Si è poi seduto come conservatore progressista indipendente fino allo scioglimento del parlamento il 5 novembre.
Critiche a Bitcoin
L’ex parlamentare britannico ha criticato e consigliato di vietare bitcoin. Nick Boles su Twitter accusa bitcoin per il suo impatto ambientale negativo. Ha ritwittato un post del corrispondente della BBC Rory Cellan-Jones. Che mostrava che Bitcoin ha superato l’Argentina nel consumo energetico annuale. I dati sono stati compilati dall’Università di Cambridge. E presentati nel Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index.
Il commento di Boles sui dati
L’ex parlamentare britannico ha commentato i dati ritwittati per sottolineare il perché bitcoin deve essere vietato. Infatti dice: “Le banche centrali dovrebbero vietarne il commercio. E costringere chiunque detenga Bitcoin e voglia utilizzarlo in qualsiasi transazione. A cambiarlo con un’altra valuta che non abbia un effetto collaterale così dannoso. Ci sono altre valute informatiche che non danneggiano affatto nel mondo reale“. Probabilmente in riferimento a reti proof-of-stake più rispettose dell’ambiente.
Una campagna ambientalista o c’è altro?
Quella di Nick Boles appare a tutti gli effetti una campagna ambientalista. Tuttavia quando si tratta di politici e grandi imprenditori il dubbio ci assale. Anche perché è possibile che in anni di legislazione seduto in parlamento non si sia battuto per l’ambiente? Le sue battaglie sono sempre state rivolte ai diritti civili. Che, per carità, sono state fondamentali. Però è possibile che adesso che bitcoin è salito ai massimi storici c’è questa presa di posizione ambientalista? Eppure la madre delle criptovalute c’è in circolazione dal 2008. Ovvero due anni prima che lui fosse eletto parlamentare.
Nessun altro commento
La posizione di Boles tuttavia si ferma qui. L’ex parlamentare britannico non sembra avere molti commenti su Bitcoin a parte il consiglio di vietare l’uso. Per quanto riguarda le regolamentazioni, attualmente non ci sono norme rigide su bitcoin nel Regno Unito. Così come non ci sono per tutto il mercato crittografico. Tuttavia c’è da dire che bitcoin e le criptovalute sono trattate come valuta estera per la maggior parte degli scopi. Quindi rientrano in questa cerchia generalista.
Il dibattito ambientale su Bitcoin
Non è la prima volta che bitcoin scatena le polemiche ambientali. L’aumento del consumo di energia di Bitcoin ha scatenato un dibattito interno nel settore delle criptovalute. Su come compensare l’impatto ecologico del mining. Si stima che la valuta digitale di punta consumi 77,9 TWh all’anno. Con emissioni annuali di gas a effetto serra derivanti dall’estrazione mineraria. Che secondo quanto riferito raggiungono livelli paragonabili a tutta la Nuova Zelanda.
Conclusione
Più andiamo avanti, più il prezzo bitcoin aumento e più il pubblico si divide. Da una parte ci saranno sempre i grandi sostenitori come Elon Musk. Dall’altra invece ci saranno i grandi detrattori. E’ inutile girarci intorno, non ci sarà mai un mercato che mette d’accordo tutti. Ci sarà sempre chi accusa le valute digitali per l’impatto ambientale. Oppure chi afferma che le criptovalute facilitano le attività illecite. O chi semplicemente ha paura che prendano il posto del contante.