In un contesto politico ed economico incerto, uno dei più grandi giganti della finanza mondiale sta valutando l’entrata in scena nel mercato crittografico. Secondo le notizie che arrivano dagli Stati Uniti, la banca d’affari statunitense Goldman Sachs è interessata alle criptovalute. Pare proprio che l’istituto finanziario abbia iniziato a studiare l’intero settore. Valutando la possibilità di custodia di asset digitali legati alle monete elettroniche. Una mossa che segue le vicende di Anchorage. La prima a diventare una banca digitale nazionale.
The Goldman Sachs Group, Inc. è una delle più grandi banche d’affari del mondo. La sua sede legale è a New York. Con filiali importanti anche nei principali centri finanziari mondiali (Londra, Francoforte, Tokyo, Hong Kong). E’ stata fondata nel 1869 ed è quotata al New York Stock Exchange. Si occupa principalmente di investimenti bancari e azionari, di risparmio gestito e di altri servizi finanziari. Prevalentemente con investitori istituzionali (multinazionali, governi e privati). Fornisce servizi di consulenza su piani di acquisizioni e fusioni tra aziende. Su sottoscrizioni di titoli di debito, sulla gestione delle risorse finanziarie. Oltre che occuparsi di servizi di proprietary trading e private equity. È anche autorizzata al piazzamento di titoli di debito del Governo statunitense.
Goldman Sachs punta alle criptovalute
Con il record del prezzo di Bitcoin registrato ad inizio gennaio 2021, il mercato delle criptovalute fa gola a tutti. Pare infatti che le valute digitali adesso sono fonte di interesse del colosso della finanza mondiale Goldman Sachs. Pare che la banca d’affari ha mandato alle autorità finanziaria una chiara richiesta di informazioni. Per valutare la possibilità di divenire un istituto custode di asset digitali legati alle monete elettroniche.
I piani di Goldman Sachs
Secondo una fonte interna dell’istituto finanziario, l’obiettivo di Goldman Sachs è quello di essere tra i protagonisti del mercato delle criptovalute. I suoi piani di custodia delle criptovalute saranno “presto evidenti”, hanno rivelato. Inoltre tra i piani del gigante della finanza rientrano quelli di estendere non solo il proprio potere di mercato. Ma quello di farlo in un tipo particolare di criptovalute, ovvero le stablecoin.
Goldman Sachs segue Anchorage
Le voci sull’interesse di Goldman Sachs per le criptovalute non arrivano in un periodo “normale”. Infatti la scorsa settimana vi abbiamo parlato di Anchorage che è diventata la prima banca nazionale crittografica approvata dall’OCC. Questo ci fa pensare che la sua intenzione è quella di non passare come seconda. E lasciarsi sfuggire l’occasione di snobbare il mercato crittografico che è in crescita.
Goldman Sachs ed i gestori italiani
Goldman Sachs ha sempre definito il contesto politico ed il mercato finanziario italiano “incerto”. Tuttavia ha deciso di dare fiducia ai principali gestori di asset italiani. Rivalutando le stime nell’ultimo trimestre del 2020. Tra i quattro quotati a Piazza Affari emerge Banca Mediolanum. Il gigante di Wall Street ha riferito: “il mercato sta sottovalutando i potenziali guadagni di Banca Mediolanum. E la sua crescita derivata dall’elevata esposizione ai mercati azionari. Nonché dai suoi risultati operativi più forti del previsto nel 2020″.
Lo scandalo e l’accordo con gli USA
Ad ottobre vi abbiamo riferito che Goldman Sachs si è accordato con il governo degli Stati Uniti. Per uno scandalo che l’ha visto coinvolto. La banca ha accettato di pagare circa $ 2,8 miliardi al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ). Per risolvere un caso che coinvolge un fondo di investimento governativo malese corrotto per riciclaggio di denaro, frode e furto. Per il caso la banca statunitense è indagata da autorità di regolamentazione in almeno 14 paesi.
Tutti vogliono essere protagonisti nel mercato crittografico
Dalla BCE a Goldman Sachs tutti (o quasi) intendono avere un posto nel mercato delle criptovalute. Adesso sembra arrivato il momento della corsa alla nuova tecnologia. Dove i grandi protagonisti sembrano quelli che appartengono al gioco finanziario. Questi vogliono promuovere le innovazioni più spinte sul tema delle criptovalute. Aprendo a un’ampia rosa di possibilità. Dato che ogni forma di criptovaluta rappresenta un prodotto manipolabile e perfezionabile. Per diverse funzioni di investimento: da CBDC agli stablecoin.
Conclusioni
Sicuramente in molti si chiederanno: il controllo di questi grandi istituti finanziari come Anchorage Goldman Sachs non limita il presupposto libertario delle criptovalute? Vedendola così possiamo dire che le valute digitali possono essere sfruttati come ordinari prodotti obbligazionari. Legati a materie prime, titoli o azioni. Oppure diventare esse stesse riferimento di un sistema autonomo.
Ma al contempo può porre al riparo da rischi legati agli abusi di potere da parte dei commercianti di criptovalute. E soprattutto protegge (ma non elimina) dalle azioni criminali e speculative.
L’unico problema, chiamiamolo così, che può emergere è capire come i giganti della finanza eviteranno le bolle finanziarie sulle criptovalute. Le bolle speculative sono già ingovernabili da loro. Immaginiamoci in un contesto di alta volatilità come le valute digitali. Questa è una belle gatta da pelare per i regolatori.