Con il record di Bitcoin è cresciuto l’interesse per la tecnologia su cui la criptovalute è basata. Ma l’evoluzione digitale non riguarda l’ultimo periodo. Infatti da oltre dieci anni le applicazioni blockchain rappresentano l’esempio di come la società si stia evolvendo. Però molti di voi penseranno che la digitalizzazione non riguarda noi da vicino. Perché sappiamo bene che il nostro paese è pieno di scartoffie e burocrazia. Ma se vi dicessimo che nella regione Lombardia la blockchain è presente già da due anni? Infatti ha utilizzato la tecnologia per innovare la pubblica amministrazione. Impiegandola per la gestione di alcuni servizi ai cittadini.
La blockchain in Lombardia
Tra il 2019 e il 2020 la regione Lombardia si è vista promotrice della blockchain. Ha usato la tecnologia in maniera innovativa e come strumento di gestione per la pubblica amministrazione (PA). L’impegno degli amministratori lombardi è quello di garantire dei servizi più efficienti. Con l’obiettivo di smaltire il carico burocratico di cui gli apparati istituzionali devono far fronte. Uno sguardo lungimirante che fa ben sperare per il futuro della blockchain in Italia.
I primi casi d’uso in Lombardia
L’inizio dell’avventura della blockchain in Lombardia c’è stato prima con il “bando Nidi gratis” per tutte le famiglie lombarde. E poi con il tracciamento della filiera agroalimentare e di quella dei prodotti di origine animale. In queste sperimentazioni è stata utilizzata la marcatura temporale digitale disponibile sulla blockchain. Ciò ha permesso all’amministrazione di avere un registro trasparente, certo, sicuro e accessibile. In cui tutte le informazioni archiviate risultavano non modificabili a posteriori e al contempo verificabili da chiunque in modo sicuro.
I benefici della sperimentazione
In entrambi i casi sopra citati si sono verificati dei benefici della tecnologia blockchain. Soprattutto per quanto riguarda la PA della regione. Gli uffici che si sono occupati della gestione hanno avuto notevoli vantaggi in termini di trasparenza. Permettendo inoltre una semplificazione del processo di istruttoria. E quindi in sostanza una riduzione importante dei tempi. Ovviamente la tecnologia è stata applaudita anche per quanto riguarda la sicurezza dei dati.
Futuro della blockchain nella regione
I due esperimenti hanno sottolineato come la blockchain possa avere un ruolo di primo piano all’interno della regione Lombardia. La tecnologia può essere un ottimo alleato per la futura erogazione di servizi al cittadino. I risultati positivi hanno convinto le istituzioni a proseguire sulla strada delle nuove sperimentazioni d’uso della tecnologia blockchain. Il cui obiettivo è quello di trasferire sulla blockchain i servizi con un ridotto impiego di risorse.
Un’infrastruttura regionale in arrivo?
L’obiettivo a lungo termine della regione Lombardia è quello di realizzare una infrastruttura blockchain regionale. Ovvero una DLT che vedrà l’applicazione della tecnologia in Lombardia. Puntando anche sul concetto di Self Sovereign Identity e Verifiable Credential. Il cui obiettivo sarà quello di avere un sistema innovativo di gestione delle identità. E forse anche una piattaforma regionale utile per eseguire direttamente pagamenti digitali.
Massima privacy per i cittadini
Quello su cui punta la regione Lombardia è quello di garantire la massima privacy per i suoi cittadini. Infatti gli uffici regionali hanno sottolineato che il sistema blockchain garantirà il massimo livello di privacy. In quanto i dati non saranno gestiti da una terza parte. Ma unicamente dal cittadino attraverso i propri device. Una notizia che suona come una “carezza”. Soprattutto nell’era in cui la paura di essere supervisionati h24 è all’ordine del giorno.
Il futuro della blockchain
In questo articolo abbiamo visto il mercato della crittografia e della blockchain attraverso gli occhi della curva di Rogers. Che ci ha rivelato che oggi la blockchain è in mano alla maggioranza precoce. Sono loro, i mainstream adopters, che possono davvero fare la differenza. Che devono spingere le persone ad informarsi presso gli early adopters, coloro che possono dare dei consigli su eventuali investimenti. Che hanno un bagaglio di conoscenze tale da essere considerati esperti del settore.
L’Italia è pronta per la blockchain?
Se da un lato ci troviamo in un contesto ancora poco maturo. Dall’altro si nota un forte interesse da parte di attori molto diversi a investire in questa nuova tecnologia. Ad esempio il settore agroalimentare si è visto particolarmente interessato alla digitalizzazione. Tuttavia dobbiamo dire che il nostro paese è ancora culturalmente legato alla fiducia nelle istituzioni. Qui non per dire che le persone non debbano avere fiducia in organismi statali, ci mancherebbe. Ma vogliamo sottolineare il fatto che la blockchain fornisce un sistema di fiducia alle persone diverso. Senza la necessità di coinvolgere un intermediario nella transazione.
Conclusioni
Anche se in maniera molto molto lenta, in Italia si avverte una maggiore consapevolezza sulla blockchain rispetto al passato. Infatti si inizia a spostare l’attenzione su progetti di ecosistema. Tramite la partecipazione ad alcuni consorzi internazionali. La voglia di essere protagonisti, di offrire trasparenza, sicurezza e tracciabilità dei dati regala al mercato una sorta di fiducia.
Inoltre è importante sottolineare che la tecnologia blockchain potrebbe aprire un nuovo scenario professionale che potrebbe portare nuovi posti di lavori. Con figure a cui viene richiesto un nuovo bagaglio di conoscenze e competenze. Sia a livello tecnologico, che tecnico e amministrativo.
Possiamo ancora sperare in un paese più innovativo e digitale. Dove i disoccupati sono solo coloro che non hanno voglia di lavorare.