Il World Economic Forum (WEF) sostiene la blockchain per tracciare le emissioni di carbonio. Il WEF sta spingendo e sostenendo l’introduzione della tecnologia nei sistemi legacy. In questo modo sono convinti che l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali migliorerebbe. Inoltre potrebbe consentire una certa verificabilità sulle emissioni di carbonio incorporate dalla miniera.
Il World Economic Forum o WEF è una fondazione senza fini di lucro con sede a Cologny, vicino a Ginevra, in Svizzera ed è nata nel 1971. Nei meeting organizzati annualmente, la fondazione si impegna a migliorare la condizione del mondo. Inoltre si sforza di essere imparziale e privo di vincoli di natura politica, ideologica o nazionale. Sino al 2012 ha avuto lo status di osservatore presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
Emissioni di carbonio tracciate con blockchain
Il World Economic Forum (WEF) e sette importanti società minerarie hanno sviluppato una piattaforma blockchain. Per il monitoraggio delle emissioni di carbonio. Infatti hanno completato la fase iniziale di una piattaforma blockchain. Che tiene traccia della catena mineraria. Un passo in avanti digitale importante per l’intera industria.
Un anno di lavori
In una dichiarazione alla stampa, la Mining and Metals Blockchain Initiative (MMBI) del WEF ha affermato che la sua piattaforma di tracciamento del carbonio proof-of-concept COT è in sviluppo da oltre un anno. La piattaforma finalizzata monitorerà le emissioni di gas serra incorporate. E lo farà dalla miniera al prodotto finale. Utilizzando proprio la tecnologia di registro distribuito.
Le società partnership di WEF
Il lavoro del WEF non è isolato, ma ha potuto contare sulla collaborazione di sette società. Queste sono: Anglo American, Antofagasta Minerals, Eurasian Resources Group, Glencore, Klöckner & Co, Minsur e Tata Steel. Queste hanno avviato la partnership con WEF nel 2019. Con l’obiettivo di sviluppare una piattaforma in grado di soddisfare le loro responsabilità aziendali, sociali e ambientali. Il lavoro è supportato anche dalla società blockchain olandese Kryha e dal project manager di MMBI. Inoltre, il CEO di Tata Steel ha dichiarato:
“Il Proof of Concept di MMBI è un primo passo pratico. Per creare una soluzione facilitata dalla tecnologia blockchain. Per ridurre le emissioni e preservare l’ambiente“.
Testare la fattibilità della blockchain
L’iniziativa è quella di testare la “fattibilità tecnica” della blockchain in merito alle emissioni di carbonio. Oltre ad esplorare le “complessità delle dinamiche della catena di approvvigionamento”. Al fine di stabilire i requisiti per l’utilizzo dei dati in futuro. Inoltre la dichiarazione del WEF afferma:
“C’è una crescente domanda di metalli e minerali e una crescente domanda di catene di approvvigionamento sostenibili, responsabili e tracciabili. Esiste il potenziale per creare una visione completa della catena del valore con visibilità a valle”.
Blockchain in aiuto all’ambiente
La blockchain è senza dubbio una delle tecnologie più promettenti del futuro. L’abbiamo vista come strumento per tracciare il salmone, il vino e addirittura il panettone. E’ nata come rete di sicurezza dei bitcoin ma ormai è una sorta di passepartout tecnologico. Adesso la gestione delle emissioni di carbonio tramite blockchain potrebbe aprire nuovi scenari: la tecnologia può salvare il pianeta?
In che modo può salvarlo?
La spinta green della tecnologia blockchain può arrivare attraverso studi e ricerche. E’ importante che i ricercatori generano fiducia e consapevolezza per porre le basi per una soluzione condivisa. Mentre le istituzioni diano soldi per far aderire gli agricoltori a programmi di agricoltura rigenerativa. Volti a incrementare la capacità dei terreni che ci circondano di trattenere l’anidride carbonica. Vedremo se davvero la digitalizzazione salverà il mondo, oppure è solo un’altra illusione!