Per molti Stati la regolamentazione crittografica su blockchain e criptovalute è inesistente. Alcuni Paesi stanno lavorando ad alcune bozze normative. Altri invece hanno iniziato a promuovere disegni di legge. Tuttavia, l’incertezza e la costante evoluzione del quadro giuridico non aiuta le società. Infatti, non è un mistero che regna la paura di essere coinvolti in controversie legali con le autorità di regolamentazione. Per questo motivo molte aziende di tutto il mondo si allontanano dalla nuove tecnologie. Oppure decidono di lavorare con la blockchain nell’ombra.
L’inizio del cambiamento globale
Da quando è nato, il settore crittografico ha cambiato le carte in tavola. Si è saputo inserire in ogni campo con disinvoltura. Una facilità d’azione data all’inizio dalla mancanza di regole. Proprio il 2017 è stato caratterizzato da speculazione folle e incredibili campagne di raccolta fondi.
L’intervento delle autorità
In seguito, svariate autorità sia nazionali che internazionali sono intervenute. Per mettere in riga il settore. Causando, forse, la diminuzione del prezzo di molte criptovalute. Oggi possiamo dire che l’industria delle criptovalute è parecchio maturata. Per questo motivo la regolamentazione delle criptovalute è un obiettivo comune a quasi tutti i governi.
Governi e Crittografia: un lento avvicinamento
Nelle nostre crypto news parliamo spesso di regolamentazione. E di come i governi stiano pensando a delle soluzioni da mettere in campo. Per tutelare non solo l’intero mercato. Ma per proteggere i cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili. Molti esperti ritengono che gli ultimi due anni siamo stati testimoni di un miglioramento significativo. Per quanto riguarda la regolamentazione blockchain. Con un atteggiamento propositivo nei confronti del denaro digitale.
Perché i regolatori sono lenti?
Sono dodici anni che Bitcoin è uscito fuori. Ma perché i regolatori non hanno ancora trovato una quadra per regolare il settore? A rispondere a questa domanda ci ha pensato, o almeno ci ha provato, Hester Peirce. Il commissario della SEC ha rivelato che i regolatori sono lenti per assicurarsi che il processo venga ben gestito dalle persone. E che queste non si trovino con le spalle al muro. Inoltre ha notato che alcuni regolamenti sono molto datati. E che spera di vedere l’agenzia muoversi più velocemente in determinate aree. Indicando le criptovalute come esempio.
Scambi di criptovalute presi di mira?
Ultimamente, diversi leader nel settore crittografico si sono trovati a discutere con le autorità. Diversi exchange di criptovaluta sono entrati nel mirino delle istituzioni di regolamentazione. Causando paura ed incertezza all’interno di aziende non regolamentate. Soprattutto dopo l’arresto del CEO di OKEx e le voci su Binance. Ma i governi non sono impazziti che da un giorno all’altro decidono di tenere d’occhio un’attività.
Più criptovalute e più regolamentazione
Se le istituzioni stanno guardando più da vicino i grandi scambi centralizzati c’è un motivo ben specifico. Ovvero perché le criptovalute raccolgono più attenzione e l’uso di criptovalute diventa più diffuso. Dunque, per intenderci, più aumenta la circolazione crypto e più i governi devono regolamentare il mercato. Ma questo non è un male, anzi. Va sottolineato che ogni paese ha la propria legislazione. E la legge viene imposta in base alla struttura normativa di ogni paese.
La regolamentazione è un bene
Se gli Stati decidono di dare una regolamentazione crittografica questo è solo un bene per blockchain e criptovalute. Infatti, l’applicazione di norme non significano la fine delle valute digitali. Anzi, proprio il contrario. E’ la legge che rende più forte e sicuro un settore. Eliminando incertezza, dubbi, paure e truffe. Pensate alla strada. Cosa sarebbe un Paese se non ci fosse una legge stradale? Chi avrebbe la precedenza? Chi sarebbe tutelato, i pedoni o gli automobilisti? E questo è lo stesso caso delle criptovalute. Dove i pedoni sono gli utenti e gli automobilisti sono gli exchange.
Cina: da anti-crypto allo CBDC
Ricordiamo che la Cina è stata il primo paese ad intraprendere una strada di proibizione verso le criptovalute. Infatti, ancora oggi Pechino non guarda bene Bitcoin. Tuttavia, nel settore crittografico la Cina è il primo Paese ad aver abbracciato l’innovazione. Lavorando sul progetto di un CBDC, emesso qualche settimana fa. Ma, quando parliamo di regolamentazione crittografia non dobbiamo rivolgere il nostro sguardo alla Cina o agli Stati Uniti. Ma basta guardarci intorno.
L’Europa verso la regolamentazione
Perché recentemente è arrivata la proposta della Commissione Europea di Regolamento Europeo sul mercato dei crypto-assets. L’obiettivo è quello di adottare una regolamentazione ad hoc per i crypto-assets. Che sono diversi dagli strumenti finanziari. In una logica di inclusiva e non esclusiva. Una scelta normativa giusta intelligente. Perché, prendendo il discorso fatto prima, consente agli operatori di lavorare in un settore sicuro.