Un tecnico 41enne mette a rischio la sicurezza informatica dell’aeroporto per estrarre criptovaluta. Il dipendente dello scalo calabrese usava gli impianti della società Sacal. La stessa che gestisce gli aeroporti calabresi. Per l’attività di mining di Ethereum. Una delle più note valute virtuali. Inoltre, il minatore è stato scoperto e denunciato. Dal personale della Polizia postale di Reggio Calabria e Catanzaro.
Criptovalute estratte illegalmente a Lamezia Terme
L’uomo è accusato di aver usato gli impianti della Sacal. Per estrarre criptovalute allo scalo di Lamezia Terme (Catanzaro). Il 41enne è stato denunciato dalla polizia postale. Si tratta di un dipendente dell’aeroporto che ha approfittato della sua posizione lavorativa. Installando un malware e producendo moneta virtuale.
Attirato dai guadagni
Il dipendente dell’aeroporto è stato attirato dalle opportunità della criptovaluta. E dal miraggio dei guadagni offerti dalla tecnologia informatica. Abbiamo parlato più volte di come le pubblicità attirano il pubblico. Spingendo molte persone ad investire nell’attività crittografica. Per questo motivo, ignaro dei rischi cui andava incontro, l’uomo ha avviato l’attività. Mettendo in pericolo l’intera sicurezza dell’infrastruttura aeroportuale.
La scoperta dell’attività illegale
Gli agenti di polizia hanno scoperto l’attività di mining di criptovaluta nell’aeroporto. In seguito alla segnalazione della stessa società. Infatti proprio la Sacal ha notato delle anomalie sui sistemi informatici. In seguito hanno ritrovato dei potenti elaboratori elettronici. Con i quali il tecnico si approvvigionava della criptovaluta Ethereum. Senza sostenere le ingenti spese di energia elettrica. Quella necessaria per il funzionamento h24 delle apparecchiature. E sfruttando la connettività fornita dagli impianti info-telematici della Sacal.